Città del Vaticano , giovedì, 10. dicembre, 2015 13:56 (ACI Stampa).
La misericordia di Dio si distende sul suo popolo, che lui ha scelto “non perché fosse grande o potente”, ma perché “era il più piccolo di tutti”. Una piccolezza di cui il Signore si è “innamorato”. Papa Francesco, nell’omelia mattutina nella cappella di Santa Marta raccontata da Radio Vaticana, parte dalla Lettura del Profeta Isaia, il monologo di Dio con il suo popolo.
Un monologo in cui Dio mostra il suo amore, “tenere come quello del papà e la mamma” che parlano con il loro bambino quando “la notte si sveglia spaventato da un sogno”, racconta Papa Francesco.
E Dio, aggiunge, è come se ci dicesse: “Non temere i tuoi peccati, Io ti voglio tanto bene; Io sono qui per perdonarti’. Questa è la misericordia di Dio”.
Il Signore – afferma Papa Francesco – “ha voglia di prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre stanchezze. Gesù quante volte faceva sentire questo e poi: ‘Venite a me, tutti voi che siete affaticati, stanchi e io vi darò ristoro. Io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra, non temere piccolino, non temere. Io ti darò forza. Dammi tutto ed Io ti perdonerò, ti darò pace”.
In questo modo, Gesù ci accarezza, ma ci dà anche un esempio, perché – spiega il Papa – “noi che siamo tanto nervosi, quando una cosa non va bene, strepitiamo, siamo impazienti… Invece Lui: ‘Ma, stai tranquillo, ne hai fatta una grossa, sì, ma stai tranquillo; non temere, Io ti perdono. Dammela’. Questo è quello che significa quando abbiamo ripetuto nel Salmo: ‘Il Signore è misericordioso e grande nell’amore’. Noi siamo piccoli. Lui ci ha dato tutto. Ci chiede soltanto le nostre miserie, le nostre piccolezze, i nostri peccati, per abbracciarci, per accarezzarci”.