Città del Vaticano , mercoledì, 12. aprile, 2023 15:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco cambia ancora l’ordinamento giudiziario dello Stato di Città del Vaticano. Dopo la grande riforma del 2020, il Papa modifica per la terza volta l’ordinamento giudiziario, e con un colpo di penna annulla una delle più grandi novità della legge del 16 marzo del 2020, ovvero la presenza a tempo pieno di almeno uno dei magistrati ordinari del tribunale e di uno dei componenti dell’ufficio del Promotore di Giustizia. Altra novità: il presidente del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica non è più ipso facto anche il presidente della Corte di Cassazione Vaticana.
Viene infatti abrogato il comma 2 dell’articolo 6, che stabiliva che “almeno uno dei magistrati ordinari del tribunale svolge le sue funzioni in regime di tempo pieno, senza avere rapporti di lavoro subordinato né svolgere attività libero-professionali con carattere continuativo”.
E viene abrogato anche il comma 3 dell’articolo 12, in cui si sottolineava che “almeno uno dei magistrati ordinari dell’ufficio del promotore di giustizia svolge le proprie funzioni in regime di tempo pieno, senza avere rapporti di lavoro subordinato né svolgere attività libero-professionali con carattere continuativo.
Una scelta che sembra essere un passo indietro, dato che la presenza di magistrati full time era un rafforzamento del sistema giudiziario vaticano, che ha una sua peculiarità (la legge recepita non è quella italiana riformata nel 1929, ma il codice precedente) e che non può essere visto come una succursale del sistema italiano o di altri sistemi giudiziari. Di fatto, i magistrati del tribunale vaticano possono essere anche al servizio di sistemi giudiziari di Paesi esteri, e addirittura possono svolgere ruoli differenti, per esempio di avvocati in Italia e “procuratori” all’interno dello Stato di Città del Vaticano. Sarà da vedere come questo sarà giudicato a livello internazionale da Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che sottolineato nell’ultimo rapporto sui progressi della Santa Sede conflitti di interesse per promotori di giustizia e giudici del Tribunale vaticano, perché non lavorano a tempo pieno per la Santa Sede.
È il terzo motu proprio con cui Papa Francesco modifica la riforma della legge da lui stesso promulgata nel 2020. Già nel 2021, il Papa aveva modificato l’ordinamento con due motu propri. Il primo (“Esigenze emerse”, dell’8 febbraio 2016) introduceva la possibilità di ottenere, a determinate condizioni, sconti di pena, si riformula il processo in contumaci, e prevedeva un unico ufficio del promotore di giustizia. Il secondo (“Secondo la Costituzione” del 30 aprile 2021) si eliminava la norma che prevedeva il giudizio dei cardinali solo presso la Cassazione. Ora, con questo terzo motu proprio, c’è una ulteriore semplificazione, che viene anche contestualizzata nelle nuove esigenze. Si tratta comunque di cambiamenti sostanziali, e non minori, che avrebbero probabilmente necessitato una spiegazione dettagliata da parte vaticana, e non la mera pubblicazione del motu proprio.