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La Pasqua fra pittura e letteratura, un libro per riconoscere il messaggio dell'arte

La copertina del libro |  | Editrice Ancora La copertina del libro | | Editrice Ancora

Attraverso la riflessione e la meditazione su dieci opere della storia dell’arte e alcuni brani tratti dalla letteratura, Simone Varisco, storico e saggista, e don Paolo Alliata, responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico dell’arcidiocesi di Milano, conducono i lettori in un percorso che tocca i momenti cruciali della Passione di Cristo nel libro ‘La Pasqua fra pittura e letteratura’, che offre molti spunti di meditazione sul mistero della Pasqua, da Bosch a Tissot, da Dante Alighieri a Etty Hillesum: “In questo libro, attraverso dieci tappe, percorreremo un cammino di riflessione e meditazione che, attraverso il dolore e la bellezza della Pasqua, condurrà dalla resurrezione di Lazzaro a quella di Cristo. E di tutti noi”.

Ad uno dei due autori, Simone Varisco, abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui pittori e scrittori sentono l’esigenza di raccontare la Pasqua: “Confrontarsi con la Pasqua significa confrontarsi con il mistero della sofferenza e della morte. Vale a dire con due fra le paure più innate dell'uomo, protagoniste da sempre di ogni forma di spiritualità e di elaborazione intellettuale, dalla religione alla filosofia, dall'arte alla letteratura. A questo, naturalmente, è da aggiungere il fattore committenza: storicamente, vi ha un ruolo di primo piano la Chiesa cattolica, quindi non stupisce la grande quantità di opere di arte sacra o comunque di ispirazione religiosa che trattano della Pasqua”.

Come è possibile raccontare o dipingere la Resurrezione?

“Dipende da cosa si intende narrare. I Vangeli ne danno un breve resoconto, e costituiscono un punto di riferimento imprescindibile anche per autori ed artisti. Che, infatti, vi hanno trovato più di una ispirazione: pensiamo a Rembrandt e alla sua Maria Maddalena al sepolcro, che incontra Cristo senza riconoscerlo. Il modo in cui il pittore fiammingo affronta l'episodio, come spieghiamo nel libro, è al contempo geniale e affascinante. E poi, a quale resurrezione ci riferiamo? A quella di Cristo, certamente, ma c'è anche quella di Lazzaro, diversa ma nulla affatto secondaria. Non a caso, il viaggio che proponiamo nel volume inizia proprio con questa, con Sebastiano del Piombo e il Van Gogh scrittore”.

Quale è l’elemento che più traspare nei racconti degli scrittori o nei dipinti degli artisti nel descrivere la Pasqua?

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“Direi il fascino che esercita sull’uomo l’intero racconto della passione, morte e resurrezione di Cristo. Non stupisce: si tratta comunque di una vicenda che, al di là della valenza di fede, mescola coraggio, attesa spasmodica, mistero, tradimento, orgoglio e umiltà, odio e amore, sangue e salvezza, intensa corporeità e straordinaria elevazione spirituale. Tutti elementi che fanno parte, nel bene e nel male, della storia umana. Gli stessi che, di fronte alla violenza nazista, fanno scrivere a Etty Hillesum che ‘le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno’, ma che sente al contempo una forza che le impedisce di sfasciarsi, di perdersi, di rovinarsi”.

In quale modo l’arte racconta la ‘Gloria’ di Dio?

“In realtà in un modo molto umano, e per giunta cristiano: partendo dalla sofferenza. Non c’è resurrezione senza morte, né gloria di Dio senza croce. E’ questo che fa ‘apparecchiare’, cioè preparare, Dante al ‘sostener la guerra/sì del cammino e sì de la pietate’. O fa dire al diavolo Berlicche di Lewis che i demòni sono vuoti e vorrebbero riempirsi, mentre Dio ‘possiede la pienezza e trabocca’”.

Oggi con quale linguaggio è possibile narrare artisticamente l’evento pasquale? 

“I linguaggi possono essere anche molto diversi fra loro, e lungo la storia l'uomo ha utilizzato pressoché tutti quelli a sua disposizione: dalla musica al cinema, dalle arti figurative alla poesia. La grande varietà delle opere che abbiamo scelto per accompagnare il cammino di meditazione e scoperta nel libro lo dimostra: si va dalle pergamene miniate agli affreschi, dai disegni preparatori alla litografia. Non c’è linguaggio che non possa essere coinvolto nella fede e dalla fede: nel libro, ad esempio, ricordiamo il caso di Franz Laskoff, noto disegnatore di pubblicità art nouveau. La sua ‘Entrata di Cristo in Gerusalemme’ è uno spot straordinario. Alcune forme di evangelizzazione via social, oggi, gli sono in un certo senso debitrici”.