Roma , venerdì, 7. aprile, 2023 18:00 (ACI Stampa).
"Per quanto avessero ricacciato sotto le pietre la terra, affinché nulla ci crescesse sopra, e rinettassero qualsiasi erba ne spuntasse fuori, e affumicassero tutto di carbone e di petrolio, e mozzassero gli alberi, e allontanassero tutte le bestie e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città".
La natura si ostina a non morire, anzi accetta di morire, ma per poi rinascere. Per Lev Tolstoj questo miracolo è evidente in ogni piccolo anfratto di terra, anche le cuore più tetro delle città, di Mosca o di San Pietroburgo. E nel suo romanzo Resurrezione tutto ciò è evidente fin dal titolo. Resurrezione nella vita, nell’anima, nella esistenza di Cristo. Non si tratta di un romanzo facile, cosa che del resto vale per tutta la produzione dell’autore, ma queste sono pagine molto intense, che colpiscono internamente e che dunque possiamo consigliare di leggere in questi giorni festivi. Si raccontano le vicende del principe Nehljudov, il quale, trovatosi fra i giurati di un processo per omicidio, riconosce in una delle imputate Ekaterina Màslova, la giovane serva delle sue zie che lui, proprio in una notte di Pasqua di tanti anni prima, aveva sedotto e poi abbandonato.
Molto toccante la descrizione dei riti pasquali ortodossi, le lunghe celebrazioni nel cuore dlela notte e alle prime luci dell’alba, la suggestione ma anche il tormento interiore di un’anima che vuole vivere la fede non come un “dovere” o un’imposizione sociale, ma come autentica esperienza di profondità. Tutto questo condensato nell’ultimo romanzo del grande scrittore, tratto da un caso giudiziario realmente accaduto.
Il principe, dunque, proprio in occasione del processo, viene a sapere che la giovane donna aveva avuto un figlio da quella fugace relazione, poi dato in adozione e che era diventata una prostituta. Per espiare le sue colpe il protagonista cerca in tutti i modi di aiutarla, arrivando anche a volerla sposare. Torna continuamente il leit motive della Pasqua associata alla redenzione dei peccati e all’inizio di una vita nuova.
Lasciando le sterminate vastità russe e i tormenti tolstoiani, alla ricerca di una ideale Pasqua letteraria, potremmo fare un salto nell’Inghilterra previttoriana, al tempo della grande Jane Austen. Un romanzo completamente diverso, nel tono, nello stile, “Orgoglio e pregiudizio”, che ha ammaliato con la sua levità, ironia sottile e scrittura perfetta intere generazioni di lettoi e continua a farlo. Cosa c’entrano le vicende sentimentali di Elisabeth e del suo innamorato, suo malgrado, mister Darcy? Potrebbe essere sfuggito anche ai più appassionati lettori che nel capitolo 31 l’ambientazione è proprio il periodo di Pasqua e che questa segna un punto di svolta dell’intero romanzo. Elizabeth si trova nel Kent e Darcy le fa la proposta di matrimonio che lei in quel momento rifiuta sconvolta. Da questo momento tutti gli avvenimenti successivi tenderanno ad avvicinarli. La Pasqua, dunque, si trasforma immediatamente in simbolo di rinnovamento.