Città del Vaticano , lunedì, 3. aprile, 2023 12:30 (ACI Stampa).
No al lavoro nero, no all’abuso del lavoro precario, sì al lavoro dignitoso: Papa Francesco, incontrando i dirigenti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale nel 125esimo di fondazione, fa questi tre appelli perché la previdenza sociale sia all’altezza delle sfide della società. Società, afferma, che “si è appiattita sul presente e interessa poco quello che può capitare alle future generazioni”. Ma prima, esalta il welfare italiano e ricorda tre aspetti che reputa buoni: “gli oratori nelle parrocchie – è una cosa vostra, e fa tanto bene –; seconda, il volontariato: il volontariato italiano è grandioso, volontariato dappertutto; terza, istituzioni come la vostra, che si organizzano e non durano due o tre anni, 125!, che hanno questa capacità di portare avanti.”
Nel discorso, Papa Francesco ricorda che “la previdenza è una forma di welfare che tiene insieme le diverse generazioni tra loro”, e mette in luce come “la meritata pensione di un lavoratore si sostiene non solo grazie ai suoi anni di lavoro, ma anche sul fatto che c’è qualcuno che, attraverso la sua attività, sta pagando concretamente la pensione di altri”.
Insomma, nota Papa Francesco, la previdenza funziona solo grazie a “un forte legame tra le generazioni”, e non va dimenticato che “al sistema pensionistico contribuiscono anche lavoratori stranieri che non hanno ancora la cittadinanza italiana”, ai quali andrebbe “espresso gratitudine”.
Papa Francesco, dunque, rivolge “tre appelli per custodire una previdenza all’altezza delle sfide di società che, come quella italiana, stanno invecchiando sempre più”.
Primo appello: no al lavoro nero, che “sembra portare benefici economici all’individuo”, ma non permette invece alle famiglie di “contribuire e accedere secondo giustizia al sistema pensionistico”, falsando così “il mercato del lavoro” ed esponendo i lavoratori “a forme di sfruttamento e ingiustizia”.