Città del Vaticano , domenica, 2. aprile, 2023 11:05 (ACI Stampa).
È sempre più vicino il giorno della Resurrezione del Signore, la Domenica di Pasqua. Francesco, dopo essere stato dimesso dall’ospedale Gemelli a causa di un’infezione respiratoria, presiede in Piazza San Pietro la solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore. La Chiesa oggi celebra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, tra la folla che lo salutava agitando rami di palma.
Nella prima parte dell’omelia il Pontefice ricorda la sofferenza di Nostro Signore durante la passione. “Le sofferenze di Gesù sono state molteplici e ogni volta che ascoltiamo il racconto della passione ci entrano dentro. Sono state sofferenze del corpo: dagli schiaffi alle percosse, dalla flagellazione alla corona di spine, fino alla tortura della croce. Sono state sofferenze dell’anima: il tradimento di Giuda, i rinnegamenti di Pietro, le condanne religiose e civili, lo scherno delle guardie, gli insulti sotto la croce, il rifiuto di tanti, il fallimento di tutto, l’abbandono dei discepoli”, dice il Papa.
“Ecco la sofferenza più lacerante, quella dello spirito: nell’ora più tragica Gesù prova l’abbandono da parte di Dio. Mai, prima di allora, aveva chiamato il Padre con il nome generico di Dio”, commenta il Papa.
Per il Pontefice “l’evento è dunque reale e l’abbassamento è estremo: il Signore arriva a soffrire per amore nostro quanto per noi è difficile persino comprendere. Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida “il perché dei perché”.
“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? Il verbo “abbandonare” nella Bibbia è forte; compare in momenti di dolore estremo: in amori falliti, respinti e traditi; in figli rifiutati e abortiti; in situazioni di ripudio, vedovanza e orfananza; in matrimoni esausti, in esclusioni che privano dei legami sociali, nell’oppressione dell’ingiustizia e nella solitudine della malattia: insomma, nelle più drastiche lacerazioni dei legami. Cristo ha portato questo sulla croce, caricandosi il peccato del mondo. E al culmine Egli, il Figlio unigenito e prediletto, ha provato la situazione a Lui più estranea: la lontananza di Dio”, spiega il Papa.