Città del Vaticano , giovedì, 10. dicembre, 2015 11:00 (ACI Stampa).
L’ultimo Anno Santo straordinario prima di quello apertosi l’altro ieri era stato indetto da Papa Giovanni Paolo II nell’ormai lontano 1983 e dedicato alla Redenzione.
“Da questa soglia, oggi, noi vediamo aprirsi un’ampia prospettiva su tutto un tempo di Grazia”. Parole di San Giovanni Paolo II, pronunciate nell’omelia del 25 marzo 1983 in occasione dell’apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana per il Giubileo straordinario della Redenzione.
Il Giubileo dunque è tempo di Grazia, come ribadito l’altro ieri 32 anni dopo da Papa Francesco.
Il passaggio attraverso la Porta Santa – spiegava Giovanni Paolo II – “è un simbolo. Entriamo non soltanto in questa veneratissima Basilica romana. Entriamo anche nella più santa dimensione della Chiesa, nella dimensione di grazia e di salvezza che essa sempre attinge dal Mistero della Redenzione. L’attinge sempre e senza intervallo. Tuttavia, in questo anno che inizia oggi, desideriamo che la Chiesa intera sia particolarmente consapevole del fatto che la Redenzione perdura in essa come dono del suo Sposo divino”.
La Chiesa – auspicava Papa Wojtyla – “sia particolarmente sensibile a questo dono; aperta e disponibile più profondamente del solito all’accoglienza di questo dono. Che la Chiesa, la nostra Chiesa, pellegrinante sulla terra, possa, in questa apertura salvifica, essere immersa in modo speciale nel mistero della Comunione dei Santi in Cristo. Che ancora più profondamente del solito respiri con i polmoni del perdono e della misericordia di Dio. Che con una gioia più grande del solito, si converta e creda al Vangelo”.