Stoccolma , martedì, 28. marzo, 2023 16:00 (ACI Stampa).
I vescovi della Conferenza episcopale Nordica che riunisce i cinque paesi scandinavi, hanno pubblicato una Lettera pastorale sulla sessualità umana nella V domenica della Quaresima 2023 per contrastare l'ideologia del "gender".
Tutto parte dall' arcobaleno, segno biblico di pace "oggi è rivendicato come simbolo di un movimento allo stesso tempo politico e culturale" scrivono i vescovi. Ovviamente "la Chiesa condanna ogni ingiusta discriminazione, qualunque sia, anche quella che si fonda sul genere o sull’orientamento sessuale. Dissentiamo da esso, tuttavia, quando il movimento propone una visione della natura umana che astrae dall’integrità incarnata della persona, come se il sesso fosse qualcosa di accidentale. E ci opponiamo quando tale visione viene imposta ai bambini come una verità provata e non un’ipotesi ardita, e imposta ai minori come un pesante carico di autodeterminazione al quale non sono preparati".
E proseguono i vescovi scandinavi: "il cammino dell’accettazione di noi stessi passa attraverso il nostro impegno con ciò che è reale" e "l’immagine di Dio nella natura umana si manifesta nella complementarietà del maschile e del femminile. L’uomo e la donna sono creati l’uno per l’altra: il comandamento di essere fecondi dipende da questa reciprocità, santificata nell’unione nuziale".
Certo "l’integrazione di caratteristiche maschili e femminili può essere ardua" e "ci vuole pazienza nel cammino verso l’integrazione" ma è anche vero che "nell’ospitale fraternità della Chiesa c’è posto per tutti" e la "misericordia non esclude nessuno, ma stabilisce un alto ideale" e "può accadere che le circostanze rendano impossibile ad un cattolico ricevere i sacramenti per un certo periodo. Non è per questo che cessa di essere membro della Chiesa".
Poi si entra nel tema della "fluidità sessuale" di moda oggi quando "le nozioni di ciò che significa essere umano, e quindi a essere sessuato sono in divenire. Ciò che oggi è dato per scontato domani può essere rifiutato. Chiunque scommette molto su teorie passeggere rischia di essere assai mortificato. Abbiamo bisogno di radici profonde. Cerchiamo allora di appropriarci dei principi fondamentali dell’antropologia cristiana, mentre ci avviciniamo con amicizia, con rispetto, a coloro che si sentono estranei ad essi". E prosegue la lettera: "molti sono perplessi dall’insegnamento cristiano tradizionale sulla sessualità. A questi offriamo un’amichevole parola di consiglio. Innanzitutto: cercate di familiarizzare con la chiamata e la promessa di Cristo, di conoscerlo meglio attraverso le Scritture e nella preghiera, attraverso la liturgia e lo studio di tutto l’insegnamento della Chiesa, non solo attraverso frammenti presi qua e là. Partecipate alla vita della Chiesa. Così si amplierà l’orizzonte delle domande dalle quali siete partiti, e anche la vostra mente e il vostro cuore. In secondo luogo, consideriamo i limiti di un discorso puramente laico sulla sessualità. Ha bisogno di essere arricchito. Abbiamo bisogno di termini adeguati per parlare di queste cose importanti. Avremo un contributo prezioso da offrire se recupereremo la natura sacramentale della sessualità nel disegno di Dio, la bellezza della castità cristiana e la gioia dell’amicizia, che mostra quale grande intimità liberatrice si può trovare anche nelle relazioni non sessuali".