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Annuario Pontificio 2023, un modo di leggere la riforma della Curia

Il primo annuario dopo la riforma della Curia racconta il mondo vaticano. Cosa è già cambiato, cosa no. E cosa non può esserci, per ragioni di tempo

Annuario Pontificio 2023 | La tradizionale copertina dell'Annuario Pontificio | Vatican Media Annuario Pontificio 2023 | La tradizionale copertina dell'Annuario Pontificio | Vatican Media

Un indice tutto nuovo, in cui scompare la distinzione tra Pontifici Consigli e Organizzazioni, e in cui alcuni organismi semplicemente non ci sono più e altri sono spostati in un altro dipartimento. Qualche indicazione su come va avanti la riforma della Curia, perlomeno a livello di funzionalità e riorganizzazione interna – cose che ovviamente non vengono comunicate. Qualcosa che ancora sa di fotografia datata, come il Consiglio dei Cardinali, ancora nella sua vecchia composizione. E qualche novità, come il Comitato per gli Investimenti, i cui membri non erano mai stati comunicati.

L’Annuario Pontificio 2023 è la fotografia, più o meno fedele, di quello che succede nella Curia e nella Chiesa nel corso di un anno. Più o meno fedele, perché a un certo punto il libro (quasi 800 pagine, la solita copertina rigida rossa) si deve chiudere, e così molte nomine recenti non vengono incluse, e altre non vengono nemmeno considerate. Eppure, a saperlo leggere, l’Annuario è lo strumento migliore per capire in che modo si riorganizza il Vaticano, senza contare che i profili storici di ogni dicastero offrono uno spaccato sulla storia dell’organizzazione della Chiesa.

Cosa c’è da raccontare dell’Annuario Pontificio 2023? È il primo in cui manca una menzione del Cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato e decano del Collegio cardinalizio emerito, che è morto lo scorso anno, e questo dà già il senso di come le cose cambino e si evolvano. Ed è il primo pubblicato dopo la grande riforma della Curia voluta da Papa Francesco, con la promulgazione della Praedicate Evangelium, la costituzione apostolica che ha ridisegnato i “ministeri del Papa”.

I cambiamenti cominciano dall’indice. Non solo scompare la distinzione tra Congregazioni e Pontifici Consigli (sono tutti dicasteri, ora), ma non ci sono più i “Tribunali”, sostituiti da un più neutro “Organismi di Giustizia”, e si include la sezione “Organismi Economici”, che ora sono considerati un qualcosa a parte, rispetto ai dicasteri di Curia.

Il “Sinodo dei vescovi” lascia il posto alla Segreteria Generale del Sinodo, che non cita i vescovi (e chissà che non significhi che ora l’organismo sarà aperto anche a sacerdoti e laici in assemblea) e che è più snello: nell’Annuario 2022 contava 18 consultori, nell’Annuario 2023 ne conta solo quattro: i teologi Pierangelo Sequeri e Dario Vitali, padre Giacomo Costa che ormai ha preso parte a tutti i Sinodi a partire dal 2018, e Myriam Wijlens, teologa olandese che collabora da anni con il Vaticano.

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Tra i consultori che non ci sono più, padre José Luis Granados, motore del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sulla Famiglia, ma anche padre Arroba, padre Ruyssen, storico ed esperto di Chiese Orientali, e Amabile Musoni, che il Papa aveva inserito invece nella Commissione di Studio sul Diaconato Femminile. Manca, soprattutto, il salesiano Rossano Sala, che era stato nel 2018 segretario speciale del Sinodo dei Giovani.

Nell’Annuario 2022, il Consiglio dei Cardinali si chiamava ancora “Consiglio di Cardinali per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana”.

Ora si chiama semplicemente “Consiglio dei Cardinali” e la sua membership è stata recentemente rinnovata, ma nell’Annuario Pontificio compare solo nella versione “emendata” da Papa Francesco nel corso del primo quinquennio. Vi compare, dunque, ancora il Cardinale Oscar Andrés Rodrigues Maradiaga come coordinatore, incarico che non detiene più anche perché ha superato gli 80 anni. Ha superato gli 80 anni anche il Cardinale Giuseppe Bertello, ancora nel Consiglio secondo l’Annuario 2023 ma recentemente rimpiazzato dal Cardinale Vergez, suo successore alla guida del Governatorato dello Stato di Città del Vaticano. E vi compare anche il Cardinale Reinhard Marx, che nel recente rimpasto è rimasto alla guida del Consiglio dell’Economia, ma non ha mantenuto l’incarico di membro del Consiglio dei Cardinali.

Cambia anche la Segreteria di Stato. Il primo dato che risalta, è al di là del vasto ricambio del personale diplomatico (che è nella norma), è che non vengono più incluse nella Segreteria di Stato le Commissioni Permanenti.

Le commissioni erano: la Commissione per le tabelle organiche della Curia Romana; la Commissione per i Regolamenti della Curia Romana; la Commissione centrale per gli archivi della Santa Sede; la Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale presso la Sede Apostolica (CIVA).

Queste commissioni non sono scomparse, ma sono invece inserite nella sezione delle Commissioni Interdicasteriali Permanenti, insieme alle Commissioni “Per la trattazione di quanto riguarda la provvista della Chiese particolari, nonché la Costituzione e il mutamento di esse e dei loro organismi”; “Per la Chiesa in Europa Orientale”; “Per la trattazione delle questioni riguardanti i membri, presi sia singolarmente che comunitariamente, degli istituti di vita consacrata eretti nei territori di missione oppure ivi operanti”; e “Per la formazione dei candidati agli ordini sacri”.

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In pratica, l’idea è che la Segreteria di Stato perda un qualcosa a livello di responsabilità personale mentre la Curia ne acquisisca a livello di responsabilità collegiale.

Dato siamo di fronte ad una fotografia, non risulta ancora nell’Annuario il cambio del sottosegretario per il multilaterale della Segreteria di Stato (Francesca Di Giovanni è andata in pensione, al suo posto monsignor Daniel Pacho), così come non risulta la nomina dell’arcivescovo Salvatore Pennacchio come presidente della Ponttificia Accademia Ecclesiastica.

Dopo la morte dell’arcivescovo Lebaupin, sono rimasti in tre i consultori della Segreteria di Stato, che include ancora al suo interno un “Consiglio di Cardinali e Vescovi”. Nell’Annuario 2022, quando la vecchia Costituzione era ancora in vigore, veniva descritto come “previsto dall’articolo 40 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus”. Ora, è “istituito dalla Costituzione Apostolica Pastor Bonus”, segno che alcune cose semplicemente non sono state buttate via, ma sono rimaste.

Capitolo Commissioni e Comitati.

Nel 2022, vi erano incluse: la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra; la Pontificia Commissione Biblica; la Commissione Teologica Internazionale; il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali; il Pontificio Comitato di Scienze Storiche; la Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa; la Commissione per gli avvocati; la Commissione disciplinare della Curia Romana.

L’annuario 2023 invece include: il Pontificio Comitato di Scienze Storiche; la Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa; la Commissione disciplinare della Curia Romana.

In quest’ultima, i cambiamenti più sostanziali: diventato nunzio l’assessore della Segreteria di Stato Luigi Cona, al suo posto è stato incluso il nuovo assessore della Segreteria di Stato Campisi. L’arcivescovo Giuseppe Sciacca viene incluso come nuovo presidente dell’Ufficio dei Lavoratori della Santa Sede (ULSA), incarico in cui ha sostituito padre Alejandro Bunge, che improvvisamente si è ritrovato senza incarico dopo essere stato nominato qualche mese prima. Non viene incluso, invece, il segretario della Segreteria per l’Economia, semplicemente perché al momento la SpE non ha un segretario.

Gli organismi non incluse nella sezione “Commissioni e Comitati” sono diventate “Istituzioni collegate con la Santa Sede. Con delle eccezioni.

Per esempio, il Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Questo ha un nuovo presidente, monsignor Corrado Maggioni, subentrato all’uscente arcivescovo Piero Marini, ma anche una nuova memership, quasi completamente rinnovata.

A colpire sono gli assenti: non c’è più l’arcivescovo Rino Fisichella, che pure (o forse proprio per quello) ha in mano l’organizzazione del Giubileo 2025; non c’è più Guzman Carriquiry, che è andato in pensione dal Vaticano e ora è ambasciatore di Uruguay presso la Santa Sede; non c’è più il vescovo Brian Farrell, ancora saldamente segretario del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; non c’è più l’arcivescovo Hon Tai-Fai Savio, che però vi era entrato come segretario di Propaganda Fide e che ora lavora come nunzio; e non c’è più il cardinale Marc Ouellett, che dal 6 aprile cesserà anche il suo incarico di prefetto del Dicastero per i vescovi.

Cinque sono i cardinali membri del Comitato; Stanislaw Rylko; Robert Sarah; Kevin Farrell; Mario Grech; Lazzaro You.

La Commissione Teologica Internazionale e la Pontificia Commissione Biblica figurano sotto il Dicastero per la Dottrina della Fede, che include anche la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, come stabilito dalla Praedicate Evangelium.

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Primo Dicastero è il Dicastero per l’Evangelizzazione. Compare, nell’annuario 2023, ancora senza segretario della Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione del Mondo. Segretario della sezione per la Prima Evangelizzazione è invece stato nominato ed è l’arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, richiamato a Roma dopo una decine di anni, ma nemmeno questa nomina compare nell'annuario.

Sono stati da poco nominati, e quindi non possono comparire nella lista, i membri della Commissione Speciale per la Liturgia, del Dicastero per le Chiese Orientali.

Colpisce che il Dicastero non abbia, come non aveva nemmeno l’anno scorso, consultori nominati per la Commissione speciale per la formazione del Clero e dei religiosi né per la Commissione speciale per gli studi dell’Oriente cristiano.

Non c’era lo scorso anno, mentre ora c’è, un visitatore dei seminari e dei collegi orientali in Urbe: è padre Kurishthara Varghese, OCD.

Il Dicastero per i vescovi non può indicare il nome del successore già designato del Cardinale Marc Ouellet, il vescovo Prevost, perché il Cardinale Ouellet è ancora in carica.

All’interno del Dicastero per i Vescovi c’è la Pontificia Commissione per l’America Latina, e questo non è cambiato. Colpisce la presenza tra i consiglieri della commissione dell’arcivescovo Patron Wong, prima responsabile per i seminari del Dicastero per i Vescovi e ora vescovo a Xalapa, in Messico, di padre Alexandre Awi Mello, che è stato fino allo scorso anno segretario del Dicastero per i Laici, Famiglia e Vita, incarico che ha lasciato al termine dei cinque anni essendo anche stato nominato superiore dei padri di Schoenstatt.

Nel Dicastero per la Comunicazione, è ancora incluso come assistente ecclesiastico don Luigi Maria Epicoco, che ha lasciato all’1 febbraio ogni incarico in Curia.

Degna di nota la nuova sezione “Organismi economici”, che prima rientrava nella semplice categoria “Uffici”.

In questa sezione rientrano: il Consiglio per l’Economia; la Segreteria per l’Economia; l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; e la Commissione per le Materie Riservate, che non ha solo l’ultimo membri nominato.

La Segreteria per l’Economia è divisa in tre aree: la direzione per le risorse umane della Santa Sede; la Area per la regolazione, il controllo e la vigilanza in materia economica e finanziaria, che include l’ufficio per l’Obolo di San Pietro, prima separato); e l’area per la regolazione, il controllo e la vigilanza in materia amministrativa.

C’è anche il “Centro Elaborazione Dati”, che Papa Francesco ha voluto trasferire alla Segreteria per l’Economia dalla Segreteria di Stato. La direzione per le risorse umane sembra aver preso il posto dell’idea di un ufficio del personale, che qualche anno fa era stato annunciato per poi essere derubricato in 24 ore in una mera “ipotesi allo studio”.

L’APSA in questi anni ha preso sempre più il ruolo di “banca centrale” del Vaticano, diventando anche una sorta di catalizzatore degli investimenti, alla stregua di un fondo sovrano. Non sorprende, dunque, che compaia la nuova “Area Finanza” tra i suoi uffici, che si affianca alla sezione i del controllo di gestione, l’area di gestione immobiliare e l’area servizi.

La novità è l’inclusione del “Comitato per gli Investimenti” tra i nuovi organismi. Il presidente è il Cardinale Kevin Farrell, e i membri sono Jean Pierre Casey; Giovanni Christian Michael Cay; David Harris; John Zona.

Nel comitato, annunciato a giugno, c’era anche il segretario della SpE, ora prefetto, Caballero, che funzionava come compliance officer: il suo posto sarà preso dal nuovo segretario SpE quando ci sarà. Come rappresentante dell’APSA, c’è Fabio Gasperini, numero 2 dell’Amministrazione, mentre è vacante la posizione del segretario del Comitato.

La Prefettura della Casa Pontificia è declassata al ruolo di “ufficio”, mentre nell’Annuario 2022 era considerata uno degli “Altri Organismi di Curia”. Prefetto compare ancora l’arcivescovo Georg Gaenswein, anche se le voci sembrano allontanarlo sempre più dal Vaticano.

Scompare la Camera Apostolica, e il Camerlengo diventa un ufficio a sé. Non c’è più, dunque, un organismo già definito che governi durante la sede vacante, e le nuove norme prevedono che ci sia un collegio di cardinali di cui uno sia sempre il presidente del Consiglio per l’Economia. Più che verso una collegialità, sembra di essere di fronte ad una burocratizzazione della sede vacante.

La Basilica di Santa Maria Maggiore è tra le istituzioni collegate con la Santa Sede, e vi compare anche nell’organigramma monsignor Rolandas Mackrickas come commissario straordinario (ma non come vescovo, nomina che è arrivata dopo l’invio alle stampe dell’Annuario).

Anche l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria è una “istituzione collegata con la Santa Sede”, scelta logica trattandosi di un organismo di controllo degli organismi economici, e non di un organismo economico tout court.