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Papa Francesco: "La guerra è il fallimento della politica"

Ai giovani Papa Francesco ricorda che "quando il politico non è un servitore è un cattivo politico"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

La pace “è un tema che non può mancare nella formazione sociopolitica, e purtroppo è anche urgente a causa della situazione attuale. La guerra è il fallimento della politica. La guerra ci fa toccare con mano l’assurdità della corsa agli armamenti e del loro uso per la risoluzione dei conflitti. Ci vuole una migliore politica che presuppone proprio ciò che state facendo voi, cioè educarsi alla pace. Questo è responsabilità di tutti. Fare la guerra ma un’altra guerra, una guerra interiore, una guerra su sé stessi per lavorare per la pace”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza i giovani del “Progetto Policoro” promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana.

“Oggi la politica – ha ammesso il Papa - non gode di ottima fama, soprattutto fra i giovani. Proprio per questo c’è ancora più bisogno di buona politica. E la differenza la fanno le persone. Lo vediamo nelle amministrazioni locali”.

La politica che esercita il potere come dominio e non come servizio – ha proseguito il Pontefice - non è capace di prendersi cura, calpesta i poveri, sfrutta la terra e affronta i conflitti con la guerra, non sa dialogare.

Anche in politica – ha osservato il Papa – occorrono “tenerezza e fecondità. La tenerezza è la strada che hanno percorso gli uomini e le donne più coraggiosi e forti. In mezzo all’attività politica, i più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno diritto di prenderci l’anima e il cuore. La fecondità è fatta di condivisione, di risposte pronte e non rimandate. Significa guardare all’avvenire e investire sulle generazioni future; avviare processi piuttosto che occupare spazi”.

La vostra preoccupazione – ha concluso Papa Francesco - non sia il consenso elettorale né il successo personale, ma coinvolgere le persone, generare imprenditorialità, far fiorire sogni, far sentire la bellezza di appartenere a una comunità. La partecipazione è il balsamo sulle ferite della democrazia. Vi invito a dare il vostro contributo, a partecipare e a invitare i vostri coetanei a farlo, sempre con il fine e lo stile del servizio. Il politico è un servitore; quando il politico non è un servitore è un cattivo politico, non è un politico”.

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