Città del Vaticano , martedì, 8. dicembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
All'inzio dell' Anno Santo della Misericordia voluto da Papa Francesco il Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller ha concesso ad ACI Stampa una intervista esclusiva. Una conversazione che inizia proprio da una domanda di fondo:
Cos’è la misericordia per un teologo?
Anzitutto il teologo, ogni teologo, è un uomo, un battezzato che fa esperienza della misericordia come tutti gli altri. Senza ricordare questo, senza fare esperienza viva della misericordia, parafrasando quello che dice San Paolo a proposito della carità, anche le nostre parole che ne parlassero sarebbero come un “bronzo che risuona”, come un mero flatus vocis…La misericordia per noi è inseparabile dal volto di Gesù. Quel Gesù che si è fatto conoscere a noi dapprima attraverso il volto delle famiglie in cui nasciamo, e poi nel contesto di Chiesa che abbiamo vissuto. Dopo abbiamo imparato a conoscerlo nelle Scritture, nei Sacramenti, attraverso la vita dei suoi testimoni, dei santi più o meno noti che ci sono nella storia di ogni tempo. E poi anche attraverso l’insegnamento della grande tradizione ecclesiale, con la parola dei teologi, dei maestri e dei dottori della Chiesa, attraverso l’insegnamento del magistero. Ma tutto ciò in riferimento necessario ad un’esperienza vitale, con lo scopo di farci approfondire quell’esperienza e la profondità di sguardo che abbiamo su quell’esperienza. Ecco, la teologia è un aiuto ad approfondire questo sguardo su quel fatto che è la misericordia di Dio, un fatto che si manifesta a noi in tanti modi, perché il campo dell’azione di Dio è il mondo intero. Può manifestarsi con il gesto di qualcuno che ci sorregge o oppure che ci corregge, o magari con un fatto che ci richiama a vivere nella verità la nostra esistenza. In ogni caso, la misericordia è per me un evento attraverso cui la mia vita è richiamata con forza al bene e alla verità, con cui mi sento richiamato a vivere in quel bene e in quella verità, che ricrea la mia vita e rigenera in me quel volto interiore che ho ricevuto da Dio e che mi rimette in rapporto con Lui, aprendomi sempre più al bene dei miei fratelli e delle mie sorelle. La misericordia con cui Gesù investe il nostro cuore, a volte con forza, a volte con dolcezza, è un’ondata di bene e di verità con cui urge a cambiare in meglio la nostra vita e ad aprirla a chi ci sta intorno, facendocelo sentire come vicino, come prossimo. La misericordia ci fa conoscere sempre più quel Dio che si rivela in Gesù e ci rivela sempre più a noi stessi e agli altri. E ci insegna a guardare, ad amare noi stessi e gli altri in quella prospettiva di bene e di verità con cui Gesù stesso ci guarda. In questo senso, per me paradigmatico della misericordia è il gesto della confessione sacramentale: ogni volta che ci confessiamo, ci avviciniamo al Signore con lo sguardo appesantito dai nostri peccati e ne possiamo uscire risollevati, contagiati dal suo sguardo su di noi, uno sguardo giusto e buono nello stesso tempo, che non fa facili sconti ma non ci abbandona in balia delle nostre miserie. Uno sguardo che esige molto da noi per una ragione: Dio ci dona molto e perciò esige molto da noi, perché sa che possiamo dare molto quando riceviamo da Lui, ma lo fa come un padre buono che sa pazientare con i suoi figli e non si stanca mai di accompagnarli e perciò non li abbandona, mai!
Dio ci libera dai peccati con la misericordia. E’ questa l’unica vera teologia della liberazione?
E’ questa la prima teologia della liberazione, da cui ne conseguono tante altre. Quando il cuore è liberato dai peccati, poi anche tutto il resto della nostra personalità ne riceve un beneficio. La libertà comincia a dilatarsi e ad acquistare le sue vere dimensioni, vengono sostenute e potenziate l’intelligenza e la volontà. Grazie al perdono e alla misericordia, l’uomo impara ad accettare che la sua libertà comincia proprio dipendendo da Dio, apprende il gusto della gratuità, a riconoscere che tutto ciò che ha non gli è dovuto ma donato, ad amare il bene e la verità più dei propri comodi e vantaggi immediati, a desiderare la vita senza fine…cioè amare le cose del Cielo già su questa terra! Tutte le opere di misericordia, sia spirituali che corporali, che la Chiesa insegna ed a cui ci educa, traggono qui la loro origine: possiamo vivere la misericordia solo perché prima l’abbiamo ricevuta.