Città del Vaticano , domenica, 6. dicembre, 2015 12:45 (ACI Stampa).
Termina con l’augurio di una “buona preparazione per l’inizio dell’anno della Misericordia” che prenderà il via dopodomani l’Angelus di Papa Francesco. “Vi lascio una domanda – dice il Pontefice a braccio -: sono innamorato di Gesù? Sono convinto che Gesù mi offre o mi da salvezza?” . E’ questo il significato ultimo dell’anno giubilare, perché, dice Bergoglio, “sempre dobbiamo convertirci”, nessuno di noi può dirsi arrivato: ecco il “perché dell’anno della Misericordia, per andare avanti sulla strada della salvezza che ci ha insegnato Gesù”.
L’invito del Papa è quello, ancora una volta, di “convertirci” da “questa presunzione”, che poi è “la a supposizione che, tutto sommato, va bene così e non abbiamo bisogno di alcuna conversione”. “Ma proviamo a domandarci – dice ancora Francesco -: è proprio vero che nelle varie situazioni e circostanze della vita abbiamo in noi gli stessi sentimenti di Gesù? Per esempio, quando subiamo qualche torto o qualche affronto, riusciamo a reagire senza animosità e a perdonare di cuore chi ci chiede scusa?”.
“Quando siamo chiamati a condividere gioie o dolori, sappiamo sinceramente piangere con chi piange e gioire con chi gioisce? Quando dobbiamo esprimere la nostra fede, sappiamo farlo con coraggio e semplicità, senza vergognarci del Vangelo?”. Tante le domande poste dal Pontefice, cui c’è una sola risposta: “Se a noi il Signore Gesù ha cambiato la vita, come non sentire la passione di farlo conoscere a quanti incontriamo al lavoro, a scuola, nel condominio, in ospedale, nei luoghi di ritrovo?”.
Questo, dice il Papa a braccio, non è “proselitismo”, ma “aprire una porta”. Perché “se ci guardiamo intorno, troviamo persone che sarebbero disponibili a cominciare o a ricominciare un cammino di fede, se incontrassero dei cristiani innamorati di Gesù. Non dovremmo e non potremmo essere noi quei cristiani? Ma dobbiamo essere coraggiosi: abbassare le montagne dell’orgoglio e della rivalità, riempire i burroni scavati dall’indifferenza e dall’apatia, raddrizzare i sentieri delle nostre pigrizie e dei nostri compromessi”.
Nei saluti dopo la preghiera mariana il Papa si rivolge alla Cop21, la Conferenza sul clima in corso a Parigi, e richiama ai due baluardi già presenti nella sua enciclica “Laudato Si”. E dice che occorrono “due scelte”, che “vanno insieme”: “fermare i cambiamenti climatici e fermare la povertà”.