Città del Vaticano , martedì, 28. febbraio, 2023 14:00 (ACI Stampa).
A poco più di cento anni dalla morte riscopriamo la figura dell’oratoriano padre Giuseppe Lais (1845-1921). In tempi non semplici egli è stato fedele alla duplice vocazione di sacerdote e di scienziato.
Primogenito di ben tredici figli nacque a Roma nell’aprile del 1845 da Giovanni ed Elena Langeli. Ancora studente presso il Collegio Romano, ebbe modo di farsi notare dal direttore dell’Osservatorio astronomico, il gesuita padre Angelo Secchi (1818-1878) uno dei pionieri della moderna astrofisica. Appena completati gli studi universitari con una laurea in filosofia e matematica ed un diploma di ingegnere-architetto venne subito chiamato dallo stesso Secchi come assistente all’Osservatorio. Sempre in quegli anni fu ammesso nella Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri e nell’aprile del 1873 fu ordinato sacerdote.
Nel 1879, dopo la morte di Secchi, l’Osservatorio del Collegio Romano venne requisito dal governo Italiano. Lais continuò allora le sue osservazioni in un piccolo osservatorio privato in via del Corallo e si dedicò attivamente alla formazione dei giovani. Tra i suoi figli spirituali di quel periodo ricordiamo in particolare il giovane Eugenio Pacelli, che poi lo vorrà accanto a sé quando celebrerà una delle prime messe nella chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Circa dieci anni dopo Leone XIII decise di rifondare un osservatorio astronomico in Vaticano per mostrare come “la Chiesa e i suoi Pastori non si oppongono alla vera e solida scienza, sia umana sia divina, ma che l’abbracciano, l’incoraggiano e la promuovono con tutto l’impegno possibile” (motu proprio Ut Mysticam, 14 marzo 1891). Il barnabita padre Francesco Denza (1834-1894) venne nominato direttore e Lais vicedirettore. Da questo momento egli divenne una figura chiave del programma internazionale di mappatura fotografica del cielo al quale il Vaticano aveva deciso di aderire. Il suo compito principale fu quello della fotografia. Negli archivi della Specola Vaticana sono tuttora conservate migliaia di lastre fotografiche da lui realizzate, delle quali si è recentemente concluso un paziente lavoro di digitalizzazione. Le osservazioni di Lais offrono tuttora agli astronomi un punto di rifermento sulla posizione delle stelle più di cento anni fa.
Accanto al lavoro di astronomo sottolineiamo come tra le pubblicazioni dell’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei – della quale fu presidente dal 1905 al 1921 – si possano trovare oltre novanta contributi a suo nome con studi che vanno dalle comete ai meteoriti, dalla meteorologia alla storia dell’astronomia.