Città del Vaticano , sabato, 25. febbraio, 2023 14:00 (ACI Stampa).
“Siete parte di una ricchezza cresciuta sotto la guida dello Spirito Santo nella ricerca, nel dialogo, nel discernimento dei segni dei tempi e nell’ascolto di molte diverse espressioni culturali”. Lo ha detto il Papa, questa mattina, ricevendo in udienza i Rettori, Docenti, Studenti e Personale delle Università e Istituzioni Pontificie Romane.
Citando S. Ignazio di Antiochia il Pontefice ha invitato i presenti a “fare coro! L’università, infatti, è la scuola dell’accordo e della consonanza tra voci e strumenti diversi. Non è la scuola dell’uniformità: è l’accordo e la consonanza tra voci e strumenti diversi”.
Tale armonia – ha proseguito - “chiede di essere coltivata prima di tutto in voi stessi, tra le tre intelligenze che vibrano nell’anima umana: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani, ciascuna con il suo timbro e carattere, e tutte necessarie. Linguaggio della mente che sia unito a quello del cuore e a quello delle mani: quello che si pensa, quello che si sente, quello che si fa”.
Il Pontefice ha poi riflettuto sulla “intelligenza delle mani. È la più sensoriale, ma non per questo la meno importante. Mentre le mani prendono, la mente comprende, apprende e si lascia sorprendere. E però, perché questo avvenga, ci vogliono mani sensibili. La mente non potrà comprendere nulla se le mani sono chiuse dall’avarizia, o se sono mani bucate, che sprecano tempo, salute e talenti, o ancora se si rifiutano di dare la pace, di salutare e di stringere altre le mani. Non potrà apprendere nulla se le mani hanno dita puntate senza misericordia contro i fratelli e le sorelle che sbagliano. E non potrà sorprendersi di nulla, se le stesse mani non sanno congiungersi e levarsi al Cielo in preghiera”.
Pertanto è necessario guardare “le mani di Cristo. Le mani di Gesù toccano il pane e il vino, il corpo e il sangue, la vita stessa, e rendono grazie, prendono e ringraziano perché sentono che tutto è dono del Padre. Facciamo armonia in noi stessi, rendendo anche le nostre mani eucaristiche come quelle del Cristo e accompagnando il tatto, in ogni contatto e presa, con un’umile, gioiosa e sincera gratitudine”.