Roma , giovedì, 23. febbraio, 2023 9:00 (ACI Stampa).
Via Giusti, numero 7. Siamo a pochi passi da Santa Maria Maggiore, una delle più belle e antiche basiliche della Capitale. E’ una piccola strada, silenziosa, quasi nascosta, vicina alla trafficata via Merulana. La percorriamo e rimaniamo colpiti, subito, da una targa; sopra vi è scritto, a chiare lettere: “SANTA GIUSEPPINA VANNINI (1859-1911) IN QUESTO LUOGO NEL 1892 STABILI’ LA PRIMA CASA DELLE FIGLIE DI SAN CAMILLO”. Il luogo è sacro, santo, perché fra queste mura, il 23 febbraio di centododici anni fa, ritornava al Cielo, dopo una vita dedita ai malati e ai bisognosi, la fondatrice - assieme al beato padre camilliano Luigi Tezza - delle Figlie di San Camillo.
Ad aprirci la porta è suor Bernadete Rossoni, postulatrice della causa di canonizzazione di Giuseppina Vannini proclamata santa da Papa Francesco il 13 ottobre 2019. Il suo sorriso, la cortesia e l’accoglienza sono nel pieno spirito del carisma camilliano. E’ lei ad illustrare ad AciStampa la stanza-museo della santa.
Suor Bernadete, può illustrarci il museo?
Il museo è stato inaugurato nel 2017, in occasione del 125° anniversario della fondazione del nostro istituto. Qui, in questa stanza dove ora ci troviamo, è ritornata al Padre la nostra santa fondatrice. Qui, sono custodite una serie di reliquie personali di Santa Giuseppina Vannini. Sono oggetti di uso comune: i suoi occhiali; un porta stoppini da candela in ottone con l’immagine di un teschio; un fermacarte in bronzo donato da padre Tezza; alcuni rosari, un calamaio da viaggio e tanti altri oggetti che raccontano la vita quotidiana della santa. C’è un particolare che mi ha molto colpito quando abbiamo inserito questi oggetti dentro le teche: tutti avevano un piccolo cartiglio preparato dalle consorelle al momento della morte della Vannini. Leggiamo spesso frasi - ad esempio - come queste: “Bicchierino usato dalla nostra venerata Madre fondatrice”. E’ un segno tangibile della sua già consolidata fama di santità poco dopo la sua scomparsa. Le consorelle dell’epoca erano già ben consapevoli dell’importanza che questi oggetti avrebbero poi avuto.
Quale, secondo lei, potrebbe definirsi la reliquia più importante?