Città del Vaticano , domenica, 19. febbraio, 2023 12:12 (ACI Stampa).
Con l’invito a porgere l’altra guancia, e persino ad amare i propri nemici, Gesù “ci chiede di aprirci allo straordinario di un amore gratuito, mentre noi tentiamo sempre di pareggiare i conti”. Eppure, se non fosse stato così anche per Gesù, questi “non sarebbe venuto a cercarci mentre eravamo perduti e lontani, non ci avrebbe amato fino alla fine, non avrebbe abbracciato la croce per noi”. Dopo la preghiera dell'Angelus, Papa Francesco ricorda le popolazioni di Siria e Turchia colpite dal terremoto, quelle dell'Ucraina in balia della guerra, quelle neozelandesi colpite da un ciclone.
Ultima domenica prima dell’inizio della Quaresima, a Roma la giornata è a volte nuvolosa, ma non fredda. Sono qualche migliaio i fedeli che si fermano in piazza San Pietro ad ascoltare le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus domenicale. Il Vangelo del giorno è quello in cui Gesù chiede di porgere l’altra guancia, di non applicare la legge dell’occhio per occhio. Papa Francesco parte da qui.
Le parole di Gesù – sottolinea il Papa – sono “esigenti e sembrano paradossali”, perché “è normale per noi amare quelli che ci amano ed essere amici di chi è amico”, ma Gesù chiede piuttosto uno sforzo straordinario.
E “straordinario” – spiega Papa Francesco – “è ciò che va oltre i limiti del consueto, che supera le prassi abituali e i calcoli normali dettati dalla prudenza”.
Mentre “noi cerchiamo invece di avere tutto abbastanza in ordine e sotto controllo, in modo che corrisponda alle nostre aspettative”, e temiamo “di non ricevere il contraccambio o di esporci troppo e poi restare delusi”, preferendo “amare soltanto chi ci ama, fare del bene solo a chi è buono con noi, essere generosi solo con chi può restituirci il favore”, e rispondendo “con la stessa moneta” a chi ci tratta male, Gesù spiega che questo “non basta”.