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Il mondo messo in mostra a Vicenza, nella nuova edizione di 'Koinè

Ospite in collegamento video anche l'arcivescovo di Leopoli Mieczysław Mokrzycki

Alcuni momenti dell'evento Koiné |  | Koiné
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Il sorriso di papa Luciani, la sofferenza dell’Ucraina, del suo popolo, delle mille chiese distrutte e ferite, ma che resistono, la devozione popolare che, a dispetto della secolarizzazione globale e delle mille spinte all’eclissi del sacro, torna ad animare santuari, abazie, conventi, basiliche, con tante forme diverse, dal santino multicolor al pellegrinaggio lungo gli antichi cammini di fede. Un mondo vivo, nel quale si confrontano e si intrecciano tante storie diverse, curiose, intense, che disegnano una visione parallela e “alternativa” a quella raccontano quotidianamente dai media e dalle cronache nere e scandalistiche. 

E’ il mondo messo in mostra  a Vicenza, nella nuova edizione di 'Koinè', la rassegna internazionale dedicata alla filiera religiosa, organizzata da Italian Exhibition Group, con il supporto attivo della CEI e il patrocinio della Diocesi berica. Una tre-giorni tra mostre, incontri, conferenze, dibattiti, ma anche espositori di ogni genere che presentano paramenti sacri, icone, rosari, santini, arredi per chiese e oratori, urne cinerarie e statue.

L'inaugurazione della rassegna, lunedì,  è coincisa con un omaggio alla popolazione dell'Ucraina in guerra: gli espositori hanno voluto offrire, calici e oggetti liturgici per favorire la liturgia nelle terre colpite dal conflitto. "Siamo molto grati per questa vostra solidarietà, anche spirituale, per le preghiere che nelle chiese in Italia si rivolgono ogni giorno per la pace e per l'aiuto umanitario che arriva dall'Italia", ha detto in videocollegamento monsignor  Mieczysław Mokrzycki dell'Arcidiocesi di Leopoli. "Purtroppo - ha aggiunto - la guerra continua, e ancora e decine delle nostre Chiese sono state già distrutte. Grazie alla solidarietà, il nostro popolo non si sente solo".

Altro incontro centrale della rassegna, quello con Albino Luciani, papa Giovanni Paolo II. Il suo legame col Veneto, dove era nato in provincia di Belluno, è sempre stato importante e proprio qui a Vicenza sono tornate alcune reliquie: la mitria, la stola donata da Paolo VI all'allora Patriarca di Venezia Luciani e una lettera. Una mostra le presenta, con testimonianze e incontri che mettono in risalto la grande figura di uomo, di Pontefice, di santo, non ancora abbastanza valorizzato, ma molto amato dalla gente, soprattutto la gente della sua terra.

Si discute di turismo religioso, in grande crescita dopo la pandemia, un ritorno di pellegrinaggi e visite di devozione. Basti considerare questo dato: nella basilica di Sant’Antonio, a Padova, nel 2022 sono triplicate le presenze, superando persino i dati pre-Covid, un trend in costante crescita, per cui le previsioni per il 2023 sono più che rosee.

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E  a proposito di santuari e devozione, ecco un largo spazio ad un luogo amato non solo dai vicentini, ma in tutto il mondo: il santuario della Madonna di Monte Berico. Un convegno dedicato al santuario, alla sua tradizione antica e il rapporto simbiotico esistente fin dal suo manifestarsi nel 1426 della Vergine con i vicentini, i quali identificano  nella Vergine di Monte Berico un tratto della loro identità, a tal punto che gli emigranti lasciavano la loro terra solo dopo una visita a Monte Berico e aver affidato  alla Madonna la nuova esistenza che si prospettava per loro  in terre lontane. Le varie relazioni hanno disegnato l’intreccio di temi e di storie nello “spazio sacro” del santuario, luogo nel quale la Vergine Maria ha più volte tenuto fede alla promessa che aveva fatto,  cioè di profondere copiose grazie su colori i quali fossero saliti sul colle nelle solennità mariane e nella prima domenica di ogni mese.

Gli avvenimenti che dal lontano 7 marzo 1426 si susseguono  sono espressione della fede che i vicentini ed altri devoti nutrono nei confronti della Madre di Dio, una fede che fin dall’erezione della chiesa delle origini (1430) hanno trovato codificazione scritta nella raccolta delle Suppliche litaniche di Santa Maria di Monte Berico.

 Un altro  importante approfondimento a Koiné è quello  sul tema  “Ripensare nel post pandemia gli spazi esterni per la comunità: luoghi aggregativi, celebrativi, devozionali”, che ha l’obiettivo di raccogliere nuovi spunti di ricerca e suggerimenti su come utilizzare gli spazi esterni delle chiese, visto che durante   la pandemia è stato necessario  utilizzare in emergenza questi luoghi, per avere un adeguato distanziamento. E adesso, che fare? Si potrebbe tornare a riutilizzare  questi spazi  quotidianamente. Non torneranno certo i giorni  delle torme di ragazzini che giocavano a calcio sui sagrati delle chiese e gli oratori pieni ogni giorno, non solo la domenica. Ma forse torneranno tempi di nuova vita per le nostre chiese e parrocchie.