Padova , domenica, 6. dicembre, 2015 15:30 (ACI Stampa).
“Il nostro Veneto conta circa 220 santuari, molti dei quali mete di milioni di pellegrini ogni anno, basti pensare appunto alla Basilica di Sant’Antonio, o al Santuario della Madonna di Monteberico, o al Santuario di San Leopoldo Mandic, tanto per citarne solo tre” Lo ha ha ricordato l’assessore al Territorio, ai Parchi, alla Cultura e alla Sicurezza della Regione Veneto Cristiano Corazzari.
E San Leopoldo è proprio uno dei santi che il Papa ha scelto come testimone del Giubileo della Misericordia.
In Veneto le Porte Sante delle nove cattedrali apriranno il 13 e la Porta Santa della Basilica di Sant’Antonio il 20 dicembre prossimo. Al Santuario antoniano sono attesi per questo anno Giubilare ancor più pellegrini che con ogni probabilità compiranno anche il “Cammino di Sant’Antonio” per giungere da Camposampiero – dove il Santo portoghese di nascita ma conosciuto come “padovano” in tutto il mondo si sentì venir meno –, alla Basilica sorta attorno alla sua Tomba e da lì fino a Roma. Quello di Sant’Antonio è uno dei quattro “Cammini della Fede” presenti in Veneto e frequentati da alcune migliaia di pellegrini in ogni stagione; poi ci sono gli Itinerari di Fede in Valpolicella, La Via dei Papi nel bellunese, la Grande Rogazione di Asiago nell’Altopiano vicentino.
Tutti “Cammini” a buon diritto considerati un patrimonio non solo religioso ma anche turistico e paesaggistico dalla Regione Veneto che nel 2012 ha attivato un progetto per la sistemazione di questi percorsi. “Come Amministrazione Regionale desideriamo rilanciare i quattro Cammini della Fede del Veneto sia dal punto di vista paesaggistico che devozionale – spiega l’ Assessore al –Il progetto è partito nel 2012 e prevede tutta una serie di interventi su questi quattro percorsi che attraversano un territorio di trentuno comuni in totale per oltre 150 chilometri complessivi, a disposizione dei pellegrini che desiderano una visitazione di luoghi desueti con una consapevolezza diversa dei luoghi, della storia del paesaggio, della tradizione religiosa e anche delle offerte turistiche. Un modo per valorizzare luoghi d’arte e di bellezza naturalistica forse meno turistici e meno conosciuti ma che hanno una tradizione di eccellenza e grandi potenzialità.
Non quindi percorsi “a tempo determinato” solo per questo Anno Giubilare – prosegue Corazzari –, ma interventi che devono durare nel tempo per costituire una offerta sempre migliore in grado di rilanciare un turismo di qualità consapevole delle ricchezze del territorio, e un’opportunità per un percorso interiore anche in virtù delle peculiarità religiose che la nostra regione offre grazie alla presenza di Santuari conosciuti a livello mondiale, di chiese che custodiscono pregiati monumenti artistici, di piccole cappelle e capitelli votivi ricchi di storia e di suggestione.