Parlando con la corrispondente vaticana dell’agenzia di stampa governativa russa TASS, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario Vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha fatto sapere che "Papa Francesco non ha rinunciato all'idea di incontrare il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie, ma solo in una situazione di pace, in modo che il colloquio riguardi solo questioni teologiche".
Il “ministro degli Esteri” vaticano ha anche sottolineato che non ci saranno ulteriori preparativi per l’incontro (si parlava di un incontro da fare a Gerusalemme a giugno, poi annullato e rivelato dallo stesso Papa) se non ci saranno condizioni di pace.
Lo stesso Gallagher ha fatto sapere di essere in costante contatto con il metropolita Anonij di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca.
Il grido dell’Ucraina durante l’Assemblea Sinodale Continentale di Praga
Lo scorso 9 febbraio, prendendo la parola durante la discussione sulla relazione finale dell’Assemblea Sinodale Continentale di Praga, il vescovo Teodor Martynyuk, vescovo ausiliare greco cattolico di Kyiv, ha ricordato la guerra in Ucraina, chiedendo con forza che un riferimento ancora più forte al conflitto fosse inclusa nel documento finale.
“Centinaia di migliaia di uccisi tra cui 460 bambini”, ha detto il vescovo. “Circa 12 milioni di profughi, sia interni che quelli che sono partiti all’estero e che voi avete accolti generosamente. Una tragedia insopportabile al centro del continente europeo. Sono stati distrutti dai russi 1.100 ospedali. Sono state occupate le nostre parrocchie, due sacerdoti sono incarcerati, alcuni sacerdoti sono detenuti nei campi di filtrazione in Russia, alcuni sacerdoti, religiosi e religiose, sono stati feriti”.
Per questo è stato richiesto che “nel documento finale si usino affermazioni chiare per quanto riguarda l’invasione russa in Ucraina. Chiediamo sinceramente che la necessità della pace giusta in Europa sia inserita nel Documento finale. Chiediamo che la gratitudine del popolo ucraino a tutte le nazioni d’Europa che sono solidali con l’Ucraina nella sua sofferenza sia menzionata nel Documento”.
Il primo ministro della Repubblica Ceca scrive all'Assemblea Plenaria Continentale Europea
Il primo ministro della Repubblica Ceca Pietr Fiala si è reso presente all'assemlea sinodale continentale dei vescovi con un messaggio letto da Vaclav Kolaja, ambasciatore di Repubblica Ceca presso la Santa Sede, che è stato presente pressoché per tutta la durata dei lavori.
Scusandosi per l'impossibilità di essere presente a causa di impegni di lavoro, il primo ministro ceco ha sottolineato che "il cristianesimo è stato fondamentale per la formazione dell'Europa, inclusi i valori su cui la civiltà europea è costruita oggi, come la libertà umana, il rispetto per gli esseri umani e la solidarietà".
Per Fiala, è importante che "la visione dei cristiani sul mondo e sull'uomo" resti forte nell'arena pubblica, e che i cristiani continuino ad essere luce del mondo e sale della terra, come ricordano i temi del Sinodo.
Il primo ministro ha ricordato che la discussione sinodale stessa, a partire dal basso, è "una grande testimonianza per il mondo" che si devono creare nuovi patti, buttare giù muri, ma "allo stesso tempo non ci si deve fermare di nominare il bene e il male"
FOCUS AFRICA
Il presidente del Malawi loda le iniziative della Chiesa
Il presidente del Malawi Lazarus McCarthy Chakwera, in un incontro con l’arcivescovo Gianfranco Gallone, “ambasciatore del Papa” in Malawi e Zambia, ha lodato “l’enorme impatto socio economico” delle iniziative della Chiesa cattolica nel Paese, effettuate “nel corso di decenni con un numero di interventi in numerosi settori chiave dello sviluppo umano”, ha scritto il presidente in un messaggio pubblicato su Facebook l’1 febbraio.
Il presidente ha anche detto di aver incontrato il nunzio per discutere di come “consolidare il rapporto cordiale di lavoro tra il Malawi e la Chiesa Cattolica.
Da parte sua, ha detto il presidente, l’arcivescovo Gallone “si è impegnato a continuar a collaborare con il mio governo e il popolo del Malawi nel migliorare gli Stati di vita a livello, domestico e comunitario”.
Tra le ultime iniziative dei vescovi del Malawi, la pubblicazione delle Politiche di Salvaguardia per Bambini e Adulti Vulnerabili.
FOCUS NUNZIATURE.
Un nuovo “ambasciatore del Papa” in Thailandia.
È l’arcivescovo Peter Bryan Wells il nuovo nunzio aposolico in Thailandia e Cambogia, incarico che include quello di delegato apostolico in Laos.
Wells, per diversi anni assessore della Segreteria di Stato e una delle persone più influenti del Vaticano, era dal 2016 nunzio in Sud Africa, Botswana, Lesotho, Namibia ed eSwatini.
Sacerdote dal 1991, nel 1998 entrò nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, la “scuola degli ambasciatori del Papa”, per poi cominciare il suo lavoro nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1999.
Ha lavorato nella nunziatura in Nigeria, e poi è stato chiamato nel 2002 nella sezione degli Affari Generali della Segreteria di Stato come capo del desk di lingua inglese.
Nel 2009 era stato nominato assessore della Segreteria di Stato, e in quella funzione è anche stato segretario della Pontificia Commissione Referente sull’Istituto delle Opere di Religione, e ha seduto nel Comitato per la Sicurezza Finanziaria della Santa Sede.
Era nunzio in Sudafrica dal 2016.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede sull’antisemitismo nella regione OSCE
Il 7 febbraio, a Skopje, in Macedoni del Nord, si è tenuta la sessione conclusiva della Conferenza sull’affrontare l’antisemitismo nella regione OSCE.
Monsignor Janusz Urbanczyk, rappresentante permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali di Vienna, prendendo la parola a nome della Santa Sede ha analizzato il rapporto dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’OSCE (ODIHR) riporta ogni anno un “crescente e allarmante numero di crimini antisemiti”, e che quasi tutti i casi sono “crimini di odio anti-religioso”.
Gli odi antisemiti sono “ampiamente registrati al ribasso”, e quindi la Santa Sede chiede maggiore accuratezza e si dice “particolarmente preoccupata dal crescente numero di attacchi contro sinagoghe, cimiteri ebrei, e altri siti della comunità ebrea”.
La Santa Sede ha anche notato una crescente erosione della liberà per gli ebrei di “coltivare le loro tradizioni religiose e di vivere in accordo con i dettati della coscienza”, considerando che “alcune delle limitazioni non dovute sulla libertà religiosa o di credo sembra basata sulla falsa idea che le azioni basate sul comportamento religioso non dovrebbero avere un poso nella nostra società”.
E invece, la Santa Sede è “convinta che la libertà religiosa è essenziale specialmente in una società secolare, sia per credenti che per non credenti, dato che protegge la realtà più intima di ogni persona e l’identità di differenti comunità religiose che vivono nella nostra società”.
La Santa Sede mette in luce anche la tendenza preoccupante alla “banalizzazione, la diminuzione e la disappropriazione dell’Olocausto”, e questo in particolare contro le misure pubbliche sanitarie riguardo il COVID 19. L’Olocaustto, per la Santa Sede, è incomparabile con ogni altra forma di fenomeno.
Quindi, si mette in luce che espressioni anti-Semite sono sempre esistite, ma ora con internet e l’uso dei social network ttutto si è amplificato.
“La Santa Sede – ha detto monsignor Urbanczyk – ha frequentemente chiesto che la libertà di espressione, come ogni diritto umano, viene con responsabilità che non possono essere ignorate. Se gli stessi diritti goduti offline devono essere protetti online, allora i corrispondenti doveri e responsabilità che le persone hanno offline devono essere richieste online.
Una special attenzione, insomma, va data anche ai provider internet e ai servizi di social network, stabilendo codici di condotta adeguati.