Roma , sabato, 11. febbraio, 2023 10:00 (ACI Stampa).
Un terribile terremoto, nei giorni scorsi, ha colpito la Turchia e la Siria causando migliaia di morti (al momento in cui scriviamo oltre 10000 e le previsioni sono molto più alte), feriti e distruzione di intere zone e edifici. Le immagini che le televisioni di tutto il mondo stanno trasmettendo sono veramente drammatiche e da più parti si chiede solidarietà oltre ad una decisione sulla sospensione temporanea di alcune sanzioni imposte alla Siria.
Una richiesta che ieri è stata accolta dagli Stati Uniti con l’annuncio, anche, di un primo pacchetto di aiuti a sostegno delle vittime. Anche la Chiesa in Italia ha subito risposto con un primo contributo di 500mila euro e con l’indizione di una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo (V di Quaresima). Sarà – spiegano i vescovi italiani - un “segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate, oltre che un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la vicinanza alle persone colpite”. Ma anche tante diocesi si stanno muovendo in queste ore.
La diocesi di Roma ha istituito, ieri, un fondo straordinario per l’emergenza terremoto e tramite la Caritas di Roma invia i primi 35.000 euro al card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, come “segno immediato di solidarietà per contribuire agli aiuti immediati alle popolazioni così duramente colpite”.
Facendo proprio l’appello di papa Francesco, che invita alla preghiera e ad azioni concrete, il card. Angelo De Donatis, vicario per la diocesi di Roma, ha contattato il Nunzio per esprimere la solidarietà della Chiesa di Roma e assicurare vicinanza in questa fase di emergenza.
La diocesi romana ha inoltre attivato un fondo a cui invita le persone e le comunità ad aderire per organizzare gli aiuti concreti alle due Chiese di Turchia e Siria, partecipando anche alla colletta nazionale indetta dalla Conferenza episcopale italiana. Le notizie e le immagini devastanti che arrivano “non lasciano indifferente il nostro cuore”, ha detto l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, aggiungendo che le comunità cristiane di quelle terre, “antiche per tradizione ma piccole di dimensioni, hanno da subito intrapreso quanto possibile per portare a tutti un segnale di concreta speranza. Chiedono anche alla nostra Chiesa torinese, in comunione con quelle italiane, di sostenerle nell’annunciare una buona notizia a quanti stanno soffrendo”.