Lourdes , sabato, 11. febbraio, 2023 15:30 (ACI Stampa).
Un treno di speranza e di amore in cui la parola “carità” risuona, tra il rapido stridere delle rotaie per tutto il tragitto fino alla meta, Lourdes: è il famoso treno denominato “bianco”. Proprio con questo aggettivo è ormai divenuto famoso il convoglio che reca, ogni anno, migliaia di ammalati presso la piccola cittadina francese della nota grotta di Massabielle dove l’11 febbraio del 1858 apparve, per la prima volta, l’Immacolata Concezione a Santa Bernadette.
E sempre un treno, nel 1903, aveva portato a Lourdes Giovanni Battista Tomassi, ragazzo poco più che ventenne affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva a vivere in carrozzella da quasi dieci anni.
Per Giovanni Battista quel modo di vivere era divenuto insopportabile; doveva gridare il suo dolore a Dio, alla Vergine. Il ragazzo prima di partire per la meta religiosa covava in mente un pensiero: qualora non avesse ottenuto la guarigione, con un gesto clamoroso si sarebbe tolto la vita davanti alla grotta dei miracoli; un gesto di ribellione a Dio. Arrivato a Lourdes, il tanto atteso miracolo della guarigione non avvenne, ma ne avvenne un altro ancor più profondo, più intimo e fecondo: Giovan Battista davanti alla presenza di quei tanti volontari che con amore aiutavano i sofferenti dando loro speranza, conforto e serenità, comprese che la vita è dono e che non può essere recisa a nostro piacimento.
La carità che aveva incontrato in quel viaggio era ormai entrata prepotentemente nel suo duro cuore. Testimoni di questa radicale conversione erano un giovane Don Angelo Roncalli (futuro
Papa Giovanni XXIII) e Monsignor Radini Tedeschi, esponente di punta dell’Opera dei congressi.
E sarà proprio a quest’ultimo che Tommasi dichiarerà: “Se Lourdes ha fatto bene a me, farà bene a tanti altri ammalati”.