Roma , giovedì, 9. febbraio, 2023 9:00 (ACI Stampa).
“La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. E’ lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri ‘si arrangino’. Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”.
Partendo dall’inizio del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato, che si celebra sabato 11 febbraio, intitolato ‘Abbi cura di lui. La compassione come esercizio sinodale di guarigione’, tratto dal vangelo di Luca, chiediamo a Rocco Palese, presidente nazionale dell’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), di spiegarci in quale modo è possibile esercitare la cura: “Semplicemente stando accanto o meglio al fianco della persona in difficoltà. Non lasciare indietro chi è sofferente, chi è malato. La solitudine non deve predominare, i volontari dell’Unitasi sono da sempre impegnati, quest’anno ricorre il 120º di fondazione, a cercare di costruire quell’empatia con il malato in grado di alleviare l’anima sofferente. La cura, nello spirito unitalsiano significa attenzione, sensibilità non dare per scontato i gesti più comuni, come l’ascoltare in silenzio, un abbraccio e far sentire il proprio sostegno, l’amore e l’affetto possono curare il dolore”.
Nel messaggio il papa sottolinea che la compassione è un esercizio sinodale: in quale modo esercitarla?
“Penso che la compassione e l’altruismo siano legati. Come ha sottolineato papa Francesco, ‘la condizione degli infermi è un appello che interrompe l’indifferenza’. Credo che la compassione sia una evidente attenzione al bisogno altrui, il non girarsi di spalle o togliere lo sguardo davanti alla solitudine, alla sofferenza e alla malattia. Chi fa volontariato è mosso da un profondo senso di altruismo che spinge ad aiutare e a ricercare una serenità spirituale interiore”.
In quale modo sensibilizzare la gente al prendersi cura?