Giuba , martedì, 7. febbraio, 2023 12:30 (ACI Stampa).
“Noi oggi, incontrandovi, vorremmo dare ali alla vostra speranza. Ci crediamo, crediamo che ora, anche nei campi per sfollati, dove la situazione del Paese vi costringe purtroppo a stare, può nascere, come dalla terra spoglia, un seme nuovo che porterà frutto”. Queste le parole pronunciate da Papa Francesco ai 2.500 sfollati presenti alla “Freedom Hall” nel corso della sua visita in Sud Sudan.
Per comprendere le drammatiche condizioni di vita dei circa 35.000 “sfollati interni” di Giuba, per ACI Stampa abbiamo intervistato Padre Federico Gandolfi, missionario dei Frati minori, parroco della Parrocchia della Santa Trinità e incaricato anche della cura pastorale del campo sfollati di Giuba.
Padre Federico, ci potrebbe raccontare brevemente della situazione degli sfollati interni in Sud Sudan, in particolare nel campo di Giuba?
Sì, come ha detto molto bene la situazione si conosce poco perché gli sfollati interni in Sud Sudan, perlomeno nel campo di Giuba, hanno raggiunto un numero molto alto. Sono circa 35.000, e vivono in condizioni che secondo gli standard delle Nazioni Unite, è sotto il livello della povertà, quindi si parla di miseria. Sono classificati come IDP (Internally displaced persons).
Quando nasce il campo sfollati di Giuba?