Belgrado , venerdì, 4. dicembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Non sono più le minoranze a subire le discriminazioni. La denuncia arriva dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano”, che per la prima volta in questa veste interviene al Consiglio Ministeriale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE), in programma a Belgrado il 3 e 4 dicembre.
Il tema è “In difesa della Libertà di Religione”. Un tema cruciale nella stessa Europa, dove i casi di violazione della libertà religiosa (da ricordare il caso dell’hostess di British Airways, cui veniva impedito di portare un piccolo crocefisso) si moltiplicano a tutti i livelli. Nel 2012, infatti, la Santa Sede intervenne spiegando come le comunità religiose fossero “spazi di libertà” e non comunità da combattere.
Un approccio umano che viene ripreso dall’arcivescovo Gallagher nel suo intervento, il primo al Consiglio ministeriale dell’OSCE da ministro degli Esteri vaticano. Il suo approccio viene rafforzato con una citazione del Cardinal Agostino Casaroli, Segretario di Stato vaticano per diversi anni e rappresentante della Santa Sede alla conferenza di Helsinki che 50 anni fa portò proprio alla costituzione dell’OSCE. Diceva il Cardinal Casaroli che ci voleva “una Europa dei diritti degli uomini e dei popoli: questo è ciò che deve essere realizzato sempre più pienamente. È già una convinzione che percorre i continenti: il rispetto della dignità umana è il bene più grande da perseguire”.
Eppure, ancora oggi, “in tutta l’area OSCE molte persone e comunità sono soggette a minacce, atti di ostilità e violenza a causa della loro identità religiosa, razziale o etnica”. Fenomeni che possono far sviluppare “violenza e conflitti in una scala più ampia”, in questo modo “minando la pace e la stabilità della ragione”, motivo per cui “ci vuole una risposta specifica”.
Una risposta che viene da un dato di fatto: ormai parlare di violenze alle minoranze è “superato”, poiché “le vittime possono appartenere sia alla maggioranza che alla minoranza”, e in particolare “nel caso dei cristiani, è riconosciuto che patiscono persecuzione in molte nazioni, ma anche in nazioni dove sono la maggioranza, nei quali, in maniera subdola, possono essere soggetti ad una riduzione dei loro diritti”.