Città del Vaticano , giovedì, 3. dicembre, 2015 13:30 (ACI Stampa).
In Africa ho “toccato con mano il dinamismo spirituale e pastorale di tante giovani Chiese di quel Continente, come pure le gravi difficoltà in cui vive buona parte della popolazione. Ho potuto constatare che, laddove ci sono necessità, c’è quasi sempre una presenza della Chiesa pronta a curare le ferite dei più bisognosi, nei quali riconosce il corpo piagato e crocifisso del Signore Gesù. Quante opere di carità, di promozione umana! Quanti anonimi buoni samaritani lavorano ogni giorno nelle missioni!”. Lo ha detto il Papa stamane ricevendo in udienza la Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
La Chiesa è per natura evangelizzatrice ed “inizia sempre evangelizzando sé stessa. Si pone in ascolto della Parola, da cui trae le ragioni della speranza che non delude, perché fondata sulla grazia dello Spirito Santo. Solo così è capace di custodire freschezza e slancio apostolico”. “Non è la Chiesa che fa la missione – ha precisato il Papa – ma è la missione che fa la Chiesa. Perciò, la missione non è lo strumento, ma il punto di partenza e il fine”.
Nel mondo di oggi anche se si mostra accoglienza ai valori evangelici non si riscontra “uguale disponibilità verso la persona di Gesù: non lo ritiene né Messia, né Figlio di Dio. Al più lo considera un uomo illuminato. Separa, dunque, il messaggio dal Messaggero, il dono dal Donatore. In questa situazione di scollamento, la missio ad gentes funge da motore e da orizzonte della fede. E’ vitale che nel presente momento la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La missione, infatti, è una forza capace di trasformare la Chiesa al proprio interno prima ancora che la vita dei popoli e delle culture. Ogni parrocchia faccia proprio, dunque, lo stile della missio ad gentes”.
Oggi – ha infine auspicato Papa Bergoglio – è quanto mai necessario impegnarsi “affinché lo spirito della missio ad gentes animi il cammino della Chiesa, ed essa sappia sempre ascoltare il grido dei poveri e dei lontani, incontrare tutti e annunciare la gioia del Vangelo. La Chiesa vive e cresce in uscita, prendendo l’iniziativa e facendosi prossimo”.