Città del Vaticano , martedì, 24. gennaio, 2023 18:00 (ACI Stampa).
Era stato un viaggio speciale quello di Benedetto XVI in Giordania e Israele, in Terra Santa nel maggio del 2009.
All’ aeroporto di Tel Aviv accolto dal presidente Peres, e dal primo ministro Netanyahu, Benedetto XV stigmatizza al “ripugnante testa ” dell’ antisemitismo che si risolleva, in molte parti del mondo. Chiede anche che si posa accedere ai luoghi santi senza restrizioni , chiede una patria per i popoli palestinesi e chiede confini internazionali sicuri. "La Santa Sede e lo Stato di Israele condividono molti valori, dice il Papa, primo fra tutti l’impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società.”
E oggi la Terra Santa gli rende omaggio a pochi giorni dalla sua morte.
Lo scorso 10 gennaio nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme si è celebrata la solenne Messa di Requiem in suffragio dell’anima di Benedetto XVI: in questo modo tutta la Terra Santa ha voluto unirsi al cordoglio della Chiesa universale per la morte del grande papa teologo, elevando la sua preghiera direttamente dal cuore della Cristianità, davanti al Sepolcro vuoto, in cui egli stesso, pellegrino, si era inginocchiato il 15 maggio 2009.
“Il vescovo di Roma –aveva detto il Papa in quella occasione– si trova davanti a quella stessa tomba vuota e contempla il mistero della risurrezione. Sulle orme dell’Apostolo, desidero ancora una volta proclamare, davanti agli uomini e alle donne del nostro tempo, la salda fede della Chiesa che Gesù Cristo “fu crocifisso, morì e fu sepolto”, e che “il terzo giorno risuscitò dai morti”. “La tomba vuota ci parla di speranza, quella stessa che non ci delude, poiché è dono dello Spirito della vita”, aveva continuato Benedetto XVI.
“La Chiesa in Terra Santa, che ben spesso ha sperimentato l’oscuro mistero del Golgota, non deve mai cessare di essere un intrepido araldo del luminoso messaggio di speranza che questa tomba vuota proclama.”