Città del Vaticano , lunedì, 23. gennaio, 2023 13:00 (ACI Stampa).
Una veglia ecumenica di giovani, alla presenza di Papa Francesco e dei rappresentanti delle altre confessioni cristiane, ma aperta a tutto il popolo di Dio. L’idea è stata lanciata da Frere Alois, priore della Comunità di Taizé, sulla scorta dei grandi incontri ecumenici della comunità fondata da Frere Roger Schutz. La veglia, parte dell'iniziativa chiamata Together (insieme) si terrà il 30 settembre, alla vigilia del Sinodo sulla Sinodalità che si terrà in Vaticano dal 4 al 29 ottobre 2023. E dopo la veglia e prima del Sinodo, annuncia il Cardinale Hollerich, ci sarà un ritiro di tre giorni di preghiera dei vescovi e i partecipanti del Sinodo. Il ritiro sarà guidata da padre Timothy Radcliffe, domenicano, autore di diverse pubblicazioni che hanno generato vasto dibattito. È stato maestro dei domenicano.
L’iniziativa è stata presentata in Sala Stampa della Santa Sede dal Cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, insieme al rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede, l’arcivescovo Khajag Barsamian, al direttore dell’Anglican Center, l’arcivescovo Ian Ernest, e a Frere Alois, nonché al pastore Krieger, collegato da Parigi.
“È significativo che questa iniziativa venga presentata proprio durante la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani”, ha detto il Cardinale Hollerich. Il Cardinale ha anche affermato che “non c’è sinodalità senza unità nella Chiesa”.
Frere Alois ha sottolineato che questo sinodo cade “in un momento davvero opportuno per la Chiesa”. La preghiera comune “è aperta a tutti, non solo ai giovani”, ed includerà “preghiere di intercessioni e momenti di silenzio”. Frere Alois ha affermato che il momento di preghiera non sarà solo preparato dalla comunità di Taizé, ma da diverse comunità.
L’arcivescovo Ernest ha sottolineato di essere impressionato che la Chiesa “dia molta importanza ai giovani, invitando ad essere protagonisti, e ad essere protagonisti nell’assistere la Chiesa e nell’essere testimoni della compassione della Chiesa”. L’arcivescovo ha anche aggiunto che “unità non significa uniformità”.