San Gallo , mercoledì, 2. dicembre, 2015 15:26 (ACI Stampa).
I Presidenti di tutte le istanze continentali delle Conferenze episcopali hanno lanciato un appello impellente alle parti negozianti e ai capi di Stato impegnati il prossimo dicembre alla COP 21 di Parigi a lavorare per il raggiungimento di un nuovo accordo internazionale sul clima. L'appello sostiene l'importanza dell'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco. I firmatari si uniscono “al Santo Padre nell’implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti”.
L'appello è un forte richiamo a lavorare per l'approvazione di un accordo sul clima, equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento che deve mettere il bene comune davanti agli interessi nazionali e deve proteggere “la nostra casa comune e tutti i suoi abitanti”. L'accordo, secondo i firmatari, dovrebbe limitare l'aumento della temperatura globale al fine di evitare impatti climatici catastrofici, soprattutto sulle comunità più vulnerabili. Sulla base di prove scientifiche, i leader religiosi riconoscono che un'eccessiva dipendenza dai combustibili fossili è il principale responsabile dell’accelerazione del cambiamento climatico, e chiamano, non solo ad una "drastica riduzione delle emissioni di biossido di carbonio e altri gas tossici", ma anche a porre fine all’epoca del combustibile fossile.
Presentando una proposta in dieci punti (vedi sotto), l’appello si basa sull'esperienza concreta di persone attraverso i continenti, e collega il cambiamento climatico all'ingiustizia e all'esclusione sociale dei più poveri e più vulnerabili dei cittadini. Come Papa Francesco afferma nella Laudato Si', il clima è un bene comune, che appartiene a tutti e pensato per tutti, e il suo degrado ci sfida a ridefinire le nostre nozioni di crescita e progresso, ripensando i nostri stili di vita. La Chiesa è anche testimone di come il cambiamento climatico stia toccando le comunità e le persone vulnerabili, e di conseguenza si chiede ai firmatari "di porre al centro dell’attenzione la giustizia sociale".
I firmatari dell’appello sono S.Em. il Cardinale Oswald Gracias - Presidente della FABC (Asia), S.Em. il Cardinale Péter Erdő - Presidente del CCEE (Europa), S.Em. il Cardinale Reinhard Marx - Presidente della Comece (Europa), S.Em. il Cardinale Ruben Salazar Gomez - Presidente del CELAM (America Latina), Sua Beatitudine il Cardinale Béchara Boutros Rai - Presidente del CCPO (Consiglio dei Patriarchi Cattolici d'Oriente), Sua Grazia l'Arcivescovo Gabriel Mbilingi - Presidente del SECAM (Africa), Sua Grazia l'Arcivescovo John Ribat - Presidente FCBCO (Oceania), Sua Grazia l'Arcivescovo Joseph Kurtz - Presidente della USCCB (USA) e Sua Eccellenza il vescovo David Douglas Crosby, OMI - Presidente del CCCB-CECC (Canada).
L'appello è stato scritto in collaborazione con il network cattolico CIDSE (alleanza internazionale delle agenzie di sviluppo cattoliche) e Caritas Internationalis e con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace.