Roma , mercoledì, 18. gennaio, 2023 16:00 (ACI Stampa).
All'inizio della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, che dicamo la verità ha un po' perso il suo smalto negli ultimi anni, c'è da tempo la giornata per il dialogo ebraico cristiano. Si celenra il 17 gennaio.
Ormai tutte le diocesi organizzano qualche incontro in Italia e così ha fatto anche la diocesi di Roma offrendo una riflessione a due voci sul tema di quest'anno: il messaggio profetico di Isaia al capitolo 40, “Consolate, consolate il mio popolo”.
Nella sede del Pontificio Seminario Romano Maggiore, il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni e la biblista Rosanna Virgili, docente di esegesi all’Istituto teologico marchigiano hanno offerto il loro pensiero. Tutto in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.
La Giornata di quest’anno però, non si esaurisce in un singolo evento, ma è accompagnata da un cammino di fraternità, partito lo scorso novembre e organizzato da Comunità Ebraica di Roma e diocesi di Roma, sul tema “Comprendere il tempo alla luce della bibbia ebraica”. "Siamo in una fase felice dei rapporti con la comunità ebraica romana – sottolinea il vescovo delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso Riccardo Lamba – che è presente non solo nel quartiere ebraico ove sorge il Tempio Maggiore, ma anche nel territorio, a volte con piccole sinagoghe locali".
La Giornata ha radici nelle indicazioni del Concilio ecumenico Vaticano II e nel Decreto Nostra Aetate. In questo spirito, la Conferenza episcopale italiana nel settembre 1989 volle istituirla dandole cadenza annuale il 17 gennaio, alla vigilia della “Settimana di preghiere per l’unità dei cristiani”. L’obiettivo: rimarcare la radice primigenia della loro stessa identità. Scopo della Giornata dunque, sottolineano ancora dalla diocesi, è quello di "sensibilizzare i cristiani verso il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica, aprendoli ai doni e alle suggestioni del popolo dell’“Alleanza mai revocata”, in un incontro fraterno che arricchisca anche i fratelli e sorelle ebrei di una conoscenza nuova dei cattolici e della loro vita. Nelle differenze di ciascuno – proseguono – è cresciuta una lettura più profonda delle Sacre Scritture e, allo stesso tempo, ci si è trovati più vicini nell’affrontare le sfide del tempo, in vista del bene comune dell’umanità".