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L’antico rito Omnis Terra nel ricordo di Benedetto XVI a Manoppello

La celebrazione al Santuario del Volto Santo dell' Arcivescovo Bruno Forte

Benedetto XVI a Manoppello  |  | Vatican Media
Benedetto XVI a Manoppello | Vatican Media
L'arcivescovo Bruno Forte a Manoppello  |  | Paul Badde
L'arcivescovo Bruno Forte a Manoppello | Paul Badde

L’antico rito Omnis Terra, istituito nel 1208 da Papa Innocenzo III che, accompagnato dai canonici di San Pietro portava la Veronica in processione nell’antico ospedale papale dei pellegrini di Santo Spirito in Sassia, per dare benedizione ai malati è stato celebrato nella Basilica del Volto a Manoppello, ieri mattina domenica 15 gennaio .

La messa è stata dedicata in suffragio del Papa Emerito Benedetto XVI, e presieduta dall’arcivescovo Monsignor Bruno Forte, poi la processione con il Volto Santo all’interno della basilica e la benedizione con il reliquiario contenente la sacra immagine.

Papa Innocenzo III nel 1208 "intendeva evidenziare la grazia di guarigione scaturente dal Volto del Salvatore contemplato con fede e la fecondità della preghiera di adorazione e di intercessione davanti a quel Volto, che contempliamo nel velo di bisso venerato qui a Manoppello" ha detto monsignor Forte, ed ha proseguito: "Un altro Papa, Benedetto XVI, andato incontro al Signore il 31 dicembre scorso, ha voluto visitare questo luogo il 1 settembre del 2006 per venerare il Volto Santo, ricevendone una così profonda impressione da scrivere la bellissima preghiera che conosciamo e da volere permanentemente accanto a sé la riproduzione di quel Volto amato".

Forte ha ricordato le ultime parole di Benedetto XVI “Signore, Ti amo!” E come "la parola di Dio proclamata in questa domenica ci aiuta a comprendere l’amore di Papa Benedetto per il Volto Santo e le ragioni che fanno del pellegrinaggio in questo luogo una sorgente particolare di grazia e di pace".

L'arcivescovo ha ricordato l'omelia tenuta da Benedetto XVI il 24 settembre 2011 ai giovani, radunati per una veglia di preghiera nella Fiera di Freiburg im Breisgau: "Cristo, che dice di sé stesso: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12), fa brillare la nostra vita, perché sia vero ciò che è detto nel Suo Vangelo: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14). Non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo… La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che può forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte. Alla fine, però, rimane un’oscurità angosciante… Tuttavia, noi vediamo una luce: una piccola fiamma, minuscola, che è più forte del buio apparentemente tanto potente e insuperabile. Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza. Egli ha vinto la morte - Egli vive - e la fede in Lui penetra come una piccola luce tutto ciò che è buio e minaccioso. Chi crede in Gesù, certamente non vede sempre soltanto il sole nella vita…, ma c’è sempre una luce chiara che gli indica una via, la via che conduce alla vita in abbondanza (cfr. Gv 10,10). Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno".

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La luce è dono gratuito e immeritato di Dio e Forte cita ancora Benedetto XVI: "Se crediamo che Egli è il Figlio di Dio che ha guarito i malati e risuscitato i morti, anzi, che Egli stesso è risorto dal sepolcro e vive veramente, allora capiamo che Egli è la luce, la fonte di tutte le luci di questo mondo. Noi sperimentiamo sempre di nuovo il fallimento dei nostri sforzi e l’errore personale nonostante le nostre buone intenzioni… Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà estrema e repressione senza pietà. E anche quelli che nella storia si sono ritenuti “portatori di luce”, senza però essere stati illuminati da Cristo, l’unica vera luce, non hanno creato alcun paradiso terrestre, bensì hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata… Solo Cristo può dire “Io sono la luce del mondo”… Solamente a partire da Lui noi potremo diventare sempre di nuovo luce… Certo, anziché mettere la luce sul lampadario, si può coprirla con un moggio. Chiediamoci allora: quante volte copriamo la luce di Dio con la nostra inerzia, con la nostra ostinazione, così che essa non può risplendere, attraverso di noi, nel mondo?".

Poi Forte ricorda la vista di Benedetto XVI a Manoppello e conclude con "la bellissima preghiera che Papa Benedetto ci inviò a un anno dalla Sua visita qui a Manoppello: Signore Gesù, come già i primi apostoli, …anche noi, discepoli tuoi di questo difficile tempo, vogliamo seguirti ed esserti amici, attratti dal fulgore del tuo volto desiderato e nascosto. Mostraci, ti preghiamo, il tuo volto sempre nuovo, misterioso specchio dell’infinita misericordia di Dio. Lascia che lo contempliamo con gli occhi della mente e del cuore: volto del Figlio, irradiazione della gloria del Padre e impronta della sua sostanza (cf. Eb 1, 3), volto umano di Dio entrato nella storia per svelare gli orizzonti dell’eternità... luce che rischiara le tenebre del dubbio e della tristezza, vita che ha sconfitto per sempre il potere del male e della morte… Rendici pellegrini di Dio in questo mondo, assetati d’infinito e pronti all’incontro dell’ultimo giorno… Maria, Madre del Volto Santo, aiutaci ad avere “mani innocenti e cuore puro”, mani illuminate dalla verità dell’amore e cuori rapiti dalla bellezza divina, perché, trasformati dall’incontro con Cristo, ci doniamo ai poveri e ai sofferenti, nei cui volti riluce l’arcana presenza del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen!".