Città del Vaticano , venerdì, 6. gennaio, 2023 16:00 (ACI Stampa).
Nomi e cognomi, fatti precisi, dialoghi, lettere, email, dichiarazioni: tutto circostanziato, come se fosse filmato, ricostruito: uno degli ultimi tifoni che hanno investito la quiete e la serenità del monastero Mater Ecclesiae , dove il papa “emerito” vive da anni ormai, è legato al libro del cardinale Robert Sarah, uscito con il nome di Ratzinger sulla copertina. E la sassaiola della polemica e delle fake news torna a colpire, oltrepassando le mura vaticane, fin sulla soglia ombreggiata dalle fronde di giardini vaticani.
Monsignor Georg Gänswein entra ed esce dalle stanze, assiste agli incontri tra il cardinale e Benedetto, mette in scena e partecipa al dolore che la vicenda diffonde intorno a se’. Forse pensa anche a quel lontano giorno di febbraio, nel 2003 quando l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, chiede a monsignor Georg di diventare suo segretario privato. "Siamo entrambi provvisori", spiega, con una sottile sfumatura ironica, com’è nel suo stile, e forse pensa, in questo modo, di rendere meno gravoso il compito agli occhi del probabile, futuro segretario. Eppure quella “provvisorietà” è durata praticamente vent’anni. Vent’anni in cui vita personale e storia ricca di eventi straordinari si sono strettamente intrecciati a formare una vicenda unica, che si propone come paradigma essenziale per tentare di comprendere questi tempi così difficili, ma anche aperti a prospettive inedite e colme di aspettative.
Leggiamo questa storia intensa in un libro scritto da monsignor Ganswein, in uscita nei prossimi giorni per le edizioni Piemme, racconto in prima persona, da testimone diretto, e anche da protagonista, in alcuni casi, di quello che è stato il lungo e profondo rapporto di stima, rispetto e affetto tra Ratzinger e Gänswein. Sin da quando, nel 2003, il futuro Papa, appunto, nomina segretario personale il giovane sacerdote tedesco. E ancor più dopo l'elezione del cardinale Ratzinger come Benedetto XVI, don Georg ha vissuto costantemente al suo fianco quale suo più stretto collaboratore, ma anche confidente e consigliere, accompagnandolo durante il pontificato e nel tempo successivo alla storica rinuncia del 2013.
Dopo la scomparsa di Benedetto XVI, per l'attuale prefetto della Casa pontificia è sembrato essere arrivato il momento opportuno per raccontare la propria verità riguardo le bieche calunnie e le oscure manovre che hanno cercato invano di gettare ombre sul magistero e sulle azioni di Benedetto. Tratteggiando così il vero volto di uno dei più grandi protagonisti degli ultimi decenni, spesso ingiustamente denigrato, frainteso, etichettato, fin dai tempi dei nomignoli "Panzerkardinal" o "Rottweiler di Dio".
Ne risulta un racconto autentico e schietto, con sincere affermazioni sempre sostenute da una minuziosa ricostruzione di un periodo complesso per la Chiesa cattolica, e non solo, per il mondo intero. Stile giornalistico, certo, anche perché l’autore è stato coadiuvato dalla esperta penna del vaticanista Saverio Gaeta. gli interrogativi su enigmatiche vicende, quali i dossier di Vatileaks e i misteri del caso Orlandi, lo scandalo della pedofilia e i rapporti fra il Papa emerito e il successore Francesco. Ne scaturisce l'intensa testimonianza della grandezza di un uomo di cui è stato scritto che ha vissuto tre esistenze, da cardinale, Pontefice regnante e Pontefice che ha osato affrontare la rinuncia, e che in realtà ha vissuto seguendo un’unica via, quella che guarda a Cristo che ama la sua Chiesa. Non a caso il suo viene definito da Ganswein "un magistero a tutto tondo cristocentrico".