Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo
prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di
forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli
scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo.
Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e
all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la
sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a
Münster, a Tubinga e a Ratisbona.
Nel 1962 divenne perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale
Joseph Frings. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di München und Freising e
ricevette l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno. Come motto episcopale scelse
“Cooperatores Veritatis”.
Papa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al
Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977.
Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede; e il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale
dell’Arcidiocesi di München und Freising.
Il 6 novembre 1998 fu nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre
2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia.
Venerdì 8 aprile 2005 presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza
San Pietro.
Dai Cardinali riuniti in Conclave fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e prese il nome di
Benedetto XVI. Dalla loggia delle benedizioni si presentò come “umile lavoratore nella vigna del
Signore”. Domenica 24 aprile 2005 iniziò solennemente il suo ministero Petrino.
Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua
ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la
pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. Dotato di vaste e profonde conoscenze
bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali
temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura
contemporanea.
Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle
altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X.
La mattina dell’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni
circa tre canonizzazioni, dopo il voto dei Cardinali, il Papa lesse la seguente dichiarazione in latino:
«Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et
loquendo exerceri debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis
rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem
Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae
necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad
ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius
ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti
Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii
MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum
Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse».
Nell’ultima Udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, nel ringraziare tutti e
ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione, assicurò:
«Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre». Dopo una breve permanenza nella residenza di Castel Gandolfo, visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione.
Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche Deus caritas est
(25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009).
Consegnò alla Chiesa quattro Esortazioni apostoliche, numerose Costituzioni apostoliche, Lettere
apostoliche, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali e alle allocuzioni, comprese quelle
pronunciate durante i ventiquattro viaggi apostolici compiuti nel mondo.
Di fronte al relativismo e all’ateismo pratico sempre più dilaganti, nel 2010, con il motu
proprio Ubicumque et semper, istituì il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione, a cui nel gennaio del 2013 trasferì le competenze in materia di catechesi.
Lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o
persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla
penitenza e alla purificazione.
Come teologo di riconosciuta autorevolezza, ha lasciato un ricco patrimonio di studi e
ricerche sulle verità fondamentali della fede.
CORPUS
BENEDICTI XVI P.M.
VIXIT A. XCV M. VIII D. XV
ECCLESIÆ UNIVERSÆ PRÆFUIT A. VII M. X D. IX
A D. XIX M. APR. A. MMV AD D. XXVIII M. FEB. A. MMXIII
DECESSIT DIE XXXI M. DECEMBRIS ANNO DOMINI MMXXII
Semper in Christo vivas, Pater Sancte!
Celebrationum tumulationisque testes fuerunt
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