Città del Vaticano , martedì, 3. gennaio, 2023 16:00 (ACI Stampa).
Chi era Ponzio Pilato? Durante la funzione del Venerdì Santo, si legge il Passio secondo Giovanni. Giovanni l’unico degli evangelisti a dare conto del colloquio tra Pilato e Gesù, e in questo modo a tratteggiare una figura di Pilato molto ben definita. E Pilato siamo tutti noi, dice Joseph Ratzinger nel secondo volume del suo Gesù di Nazaret. Una figura tanto importante che Benedetto XVI l’ha descritta anche nell’omelia a Plaza de la Revoluciòn a La Habana, Cuba, nel 2012.
Nella Passione secondo Ratzinger, Pilato è un personaggio che è anche un paradigma dei nostri tempi. Attraverso il quale si può leggere in controluce il Pontificato.
“L’immagine di Pilato nei Vangeli – scrive Benedetto XVI – ci mostra il prefetto romano molto realisticamente come un uomo che sapeva intervenire in modo brutale, se questo gli sembrava opportuno per l’ordine pubblico. Ma egli sapeva anche che Roma doveva il suo dominio sul mondo non da ultimo alla tolleranza di fronte a divinità straniere e alla forza pacificatrice del diritto romano. Così egli ci si presenta nel processo a Gesù”.
Pragmatico, consapevole che il potere di Roma veniva anche dalla tolleranza data alle altre fedi, sorpreso che i Giudei – ovvero l’aristocrazia del Tempio – si erano presentati a lui come amici di Roma chiedendo un suo intervento che, in base alle sue conoscenze non era necessario, consapevole che da Gesù non era sorto un movimento rivoluzionario, Pilato aveva probabilmente considerato Gesù come un esaltata religioso, che forse violava gli ordinamenti giudaici riguardanti la fede. E questo era un aspetto che non gli interessava.
Ed ecco Gesù di fronte a Pilato. “Dunque tu sei re?”, chiede Pilato. E Gesù risponde: “Tu lo dici: di sono re”. Ma il regno di Gesù – lo aveva detto in precedenza – “non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei”.