Città del Vaticano , martedì, 1. dicembre, 2015 9:30 (ACI Stampa).
“Tredici giorni prima della morte di san Giovanni Paolo II, durante la Via Crucis, l'allora cardinale Ratzinger ha parlato della sporcizia della Chiesa. Lui ha denunciato per primo. Poi muore Giovanni Paolo II, e Ratzinger, che era decano, nella messa pro eligendo Pontifice, ha parlato della stessa cosa. Noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose. È da quel tempo che è nell'aria che in Vaticano c'è corruzione. Dobbiamo continuare l'opera di pulizia”.
Papa Francesco, volo Bangui-Roma, 30 novembre 2015.
Il Papa, dunque, con parole chiare ed inequivocabili rende omaggio al suo anziano predecessore, baluardo contro la corruzione ed alfiere dell’opera di pulizia e trasparenza nella Chiesa. Forse – dopo le parole nette del Pontefice – da oggi qualcuno, che finora ha continuato a negare quanto fatto da Papa Benedetto nel corso del suo ricco e travagliato pontificato, si renderà conto della realtà dei fatti.
Fatti. E non parole. Benedetto XVI è stato definito da più parti – e anche a ragione – il Papa della parola. Ma è stato anche il Papa che alle parole ha fatto seguire i fatti.
Tra gli scandali che Papa Benedetto ha dovuto affrontare nel corso del suo pontificato ci sono stati senz’altro la pedofilia nel clero e la cosiddetta “finanza facile”.