Bonn , domenica, 1. gennaio, 2023 9:00 (ACI Stampa).
«Il Papa Emerito Benedetto XVI è morto. Piangiamo la perdita di un grande teologo, sacerdote e vescovo convincente, testimone di fede, speranza e amore, una personalità la cui parola ha attirato l'attenzione di tutto il mondo - anche tra persone di altre religioni e visioni del mondo». Comincia così il necrologio scritto dal presidente della Conferenza episcopale tedesca (CET), vescovo Georg Bätzing, diffuso poche ore dopo la scomparsa del Papa Emerito Benedetto XVI, nato il 16 aprile del 1927 proprio a Marktl, un villaggio della Baviera, Land meridionale della Germania.
“Mein Herz schlägt bayrisch”, “Il mio cuore batte in bavarese”, così amava in effetti ripetere Benedetto XVI, sottolineando il suo legame anagrafico e affettivo con il Bayern. Proprio in questo Land della Germania si è svolta la sua prima formazione culturale e sacerdotale. Nel 1939, a soli dodici anni Joseph Aloisius Ratzinger si iscriveva al seminario minore di Traunstein, dove vi rimase fino alla chiusura nel 1942. Alla fine della guerra, nel 1946, si iscrisse all'Istituto superiore di filosofia e teologia di Frisinga (cittadina della Baviera poco lontano da Monaco), ove studiò filosofia e teologia cattolica. Già un anno dopo si trasferì nel seminario Herzogliches Georgianum di Monaco di Baviera, un seminario dove si formavano tutti i candidati al sacerdozio della Baviera. Poi continuò fino al 1950 gli studi di filosofia e teologia all'Università Ludwig Maximilian di Monaco.
Nel suo necrologio, Bätzing sottolinea un’attenzione sempre costante da parte del Papa Emerito verso le vicende della Chieda cattolica in Germania, come testimonia «la sua lettera dell'8 febbraio 2022, in occasione della pubblicazione del Rapporto di Monaco sulla violenza sessuale nella Chiesa cattolica. In essa – così scrive Bätzing – [Benedetto XVI] ha chiesto alle persone colpite di perdonare, anche se tante domande sono rimaste senza risposta e Benedetto XVI ha chiarito che la violenza sessuale non deve essere mai scusata».
Bätzing ricorda il “teologo” Ratzinger e le sue opere ancora attualissime sui banchi dei giovani seminaristi, non solo tedeschi. «Così, la sua opera fondamentale Introduzione al cristianesimo è ancora con noi oggi. Si tratta – aggiunge il presidente della CET - della summa del suo pensiero teologico, che ha poi completato e sviluppato in innumerevoli opere e contributi. Voleva essere un ‘collaboratore della verità’ (3 Gv 8), secondo il suo motto come arcivescovo di Monaco e Frisinga».
Dopo la cattedra in Teologia fondamentale presso l'Università di Monaco, quella di Teologia dogmatica e fondamentale a Frisinga, gli insegnamenti universitari a Bonn, Münster e Tubinga, Ratisbona, dal 1977 Joseph Ratzinger venne infatti nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Rimase in questo ruolo fino al 1982.