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I messaggi dei vescovi italiani ed europei per la morte di Benedetto XVI

Le indicazioni per le celebrazioni di suffragio

Papa Benedetto a Genova  il 18 maggio 2008 |  | Diocesi di Genova Papa Benedetto a Genova il 18 maggio 2008 | | Diocesi di Genova

"Vogliamo pensare che questa mattina, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità". Questo il saluto a Papa Benedetto del cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis. Era stato lui a celebrare una messa ieri nella cattedrale di Roma, con una toccante omelia, e oggi aggiunge: "da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, Benedetto XVI ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità. Nella vecchiaia e nella malattia ha continuato a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo". Poi una indicazione per le celebrazioni in suffragio. "Si può utilizzare uno dei formulari proposti dal Messale Romano per le Messe dei defunti «Per il Papa» (pp. 976-977). Nei testi si dovrà aggiungere la dicitura «il Papa emerito Benedetto XVI». Nella colletta dello schema B e nell’orazione sulle offerte dello schema A si dovrà dire «il tuo servo, il Papa emerito Benedetto XVI»".

Il presidente della CEI Matteo Zuppi ha detto: " In queste ore risuona nel cuore di ciascuno di noi il suo invito a «sentire la gioia di essere cristiano, perché Dio ci ama e attende che anche noi lo amiamo». La sua vita fondata sull’amore è stata un riflesso della sua relazione con Dio e, nell’ultimo tratto della sua esistenza, ha reso visibile questa relazione con il Signore, custodendo il silenzio" ed aggiunge:  La Chiesa in Italia, in particolare, gli è riconoscente per l’impulso dato alla nuova evangelizzazione: ricordiamo l’esortazione, rivolta in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona, a portare «con rinnovato slancio a questa amata Nazione, e in ogni angolo della terra, la gioiosa testimonianza di Gesù risorto, speranza dell’Italia e del mondo»".

Dalla Fondazione Migrantes della CEI arriva un ricordo degli "otto Messaggi delle Giornate mondiali per il migrante e il rifugiato negli anni del suo Pontificato (2005-2013), a partire dal primo del 2013, dove definisce le migrazioni ‘segno dei tempi’. Le prospettive in cui si muove il suo Magistero sul tema delle migrazioni, sono state riassunte dallo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate".

Messaggi e inviti alla preghiera arrivano da tutte le diocesi italiane, e nei portali delle diocesi si possono leggere, come in una catena di un Rosario.

Domenico Sorrentino vescovo di Assisi scrive: " Ci ha messi in guardia da una malattia mortale del nostro tempo: la “dittatura del relativismo” che ci nutre di voci contraddittorie impedendoci di trovare il senso ultimo della vita. Ci ha segnalato la medicina per guarirla: lo “splendore della verità”, che può essere cercata a fatica, ma non può essere negata, senza che la nostra vita piombi nel non senso e nella tristezza. Ci ha proposto insieme la forza rigenerante dell’amore e della speranza, dandocene il segreto: Gesù, di cui egli ha disegnato i lineamenti con i suoi libri, i suoi discorsi, le sue omelie. Dietro il vigore e il rigore del pensatore, vibrava una calda umanità che si esprimeva nella discrezione e nella delicatezza con cui si concedeva al rapporto con tutti".

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E ancora a Milano l'arcivescovo Delpini parla di gratitudine: "La Chiesa deve essere molto riconoscente a un teologo che ha perseguito instancabilmente la ricerca del volto del Dio di Gesù Cristo e del linguaggio adatto per tradurre in parole comprensibili la riflessione teologica, confrontandosi con franchezza e lucidità con il pensiero contemporaneo, le sue meravigliose conquiste e il suo preoccupante smarrimento". E aggiunge due ricordi: "L’amicizia fedele durata decenni tra il Cardinale Angelo Scola e Joseph Ratzinger si è espressa anche in questi ultimi anni come vicinanza cordiale, ma soprattutto ha propiziato la presenza a Milano del futuro Benedetto XVI per l’aggiornamento del Clero e per alcuni eventi particolari, come il funerale di don Giussani". E poi la giornata delle Famiglie del 2012: " è stato un momento memorabile per il suo discorso alla Messa conclusiva a Bresso, per il suo stupore entrando nello Stadio di San Siro per l’incontro dei cresimandi".

Anche l'arcivescovo Battaglia ricorda: "indimenticabile la storica visita a Napoli, il 21 ottobre 2007. In questa terra, dove bisogni e volontà sono insidiati dal male oscuro della delinquenza organizzata, Benedetto XVI ricordava che l’uomo, senza una dimensione che ampli il cuore e l’intelletto, può ripiegare in se stesso, può percepire l’avvilimento interiore, perdere la forza e il coraggio di realizzare pienamente le sue potenzialità.(…)E, come non ricordare tra le tante immagini di quella visita, il lungo “bacio” al sangue del nostro Patrono e Martire Gennaro. Non un bacio qualsiasi. Non una leziosità qualunque. Piuttosto l’omaggio dato, in quel gesto di venerazione, all’intero popolo di Napoli, attraverso una presenza che nutre la storia con il richiamo al sacrificio e alla speranza, un bacio dato con tutta la lucidità della mente e della ragione, ma con la forza straordinaria del cuore, la stessa con la quale esortava la nostra città a non arrendersi".

Indicazioni concrete da parte di Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo: "chiedo ai parroci e ai rettori delle chiese di suonare le campane, questo pomeriggio alle ore 17.00, in segno di corale omaggio al Papa Emerito. Invito tutti a partecipare alla Messa di suffragio per Benedetto XVI che presiederò lunedì 2 gennaio alle ore 18.00 nella Chiesa Cattedrale. Dispongo, infine, che nella Preghiera dei Fedeli delle celebrazioni eucaristiche dei prossimi giorni venga inserita una particolare intenzione per il defunto Papa Emerito".

L'arcivescovo di Torino Repole in una suo video messaggio dice: "Un Papa che ha svolto il suo ministero fino all'ultimo e che, da grande teologo qual era, ha saputo compiere quel gesto che ancora rimane sconvolgente; quello di dare le dimissioni, perché aveva la coscienza teologica di ciò che stava facendo, aprendo una fase nuova della vita della chiesa. Una fase che lui non ha smesso di accompagnare con la preghiera, con il silenzio, con lo studio mostrando che ciò che conta nella vita della Chiesa non è tanto il servizio che si 'sta svolgendo ma, appunto, la fede". Anche Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito di Torino ha detto: " La sua morte mi addolora molto anche perché lui mi mandava i suoi libri  che ho letto e riletto: mi hanno sempre offerto un  tesoro prezioso che mi ha accompagnato nelle mie predicazioni". 

Anche i vescovi europei attraverso il presidente Gintaras Grušas ricordano che "Gli interventi di Benedetto XVI sull’Europa sono stati molteplici. In particolare, rivolgendosi ai presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa riuniti nella loro plenaria nel 2012, il Papa emerito aveva invitato a riflettere “sul perenne compito dell’evangelizzazione con rinnovata urgenza”

Anche la Chiesa greco-cattolica ucraina si unisce alle preghiere della Chiesa universale per l’anima del Papa Emerito Benedetto XVI, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina scrive: “Il pontificato di Papa Benedetto XVI ha abbracciato la nostra Chiesa con tanti gesti provvidenziali che hanno favorito la sua rinascita dopo la persecuzione comunista, e lo sviluppo autentico nei tempi moderni. Siamo riconoscenti al Suo predecessore per il grande contributo nella crescita e nella formazione delle strutture della nostra Chiesa e il sostegno in diversi ambiti della vita ecclesiale”.  La sua visita al Papa emerito è dello scorso 9 novembre.

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