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Caso Rupnik, interviene il Vicariato di Roma

Nota del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Il Cardinale Angelo De Donatis |  | Daniel Ibanez CNA Il Cardinale Angelo De Donatis | | Daniel Ibanez CNA

La Diocesi di Roma – attraverso una nota del Cardinale Vicario Angelo De Donatis – interviene sul caso “ormai conclamato di accusa a livello mediatico” nei confronti del gesuita P. Marko Ivan Rupnik, “incolpato di pesanti abusi di vario genere, protratti nel tempo, a danno di diverse persone, a partire dall’inizio degli anni Novanta, in Slovenia e in Italia”.

La pronuncia del Vicariato – spiega la nota – “si deve intendere rispettosa delle competenze e decisioni dei legittimi Superiori di P. Rupnik, nonché delle determinazioni di tutte le Istanze che si sono occupate del suo caso, soprattutto negli ultimi mesi, in particolare del Dicastero per la Dottrina della Fede. Invero, il chierico finora ha avuto un rapporto di carattere pastorale a più livelli con la Diocesi di Roma, ma non si trova in una posizione di sottomissione gerarchica al Cardinale Vicario a livello disciplinare ed eventualmente penale”.

“Rupnik – prosegue il Vicariato -  finora aveva prestato numerosi e preziosi servizi di carattere ministeriale alla Chiesa di Roma: tra i tanti, che hanno segnato la sua diuturna collaborazione, il cui inizio risale a molti anni orsono, spiccano in particolare l’attività di predicatore di ritiri ed esercizi, soprattutto al Clero romano, e l’attività artistica che lo ha portato fra l’altro a decorare anche la Cappella del Seminario Romano Maggiore”.

“Tutta la Diocesi, di fronte a questa sconcertante comunicazione, soprattutto mediatica, che disorienta il Popolo di Dio, sta vivendo con preoccupazione e sgomento queste ore, consapevole dell’estrema delicatezza della situazione. È dovere della Chiesa applicare i criteri della verità, che sono quelli di Dio, con i quali Lui ci guarda e ci giudica. Nel caso che la sta scuotendo è bene si proceda secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando una denuncia in reato. I giudizi che vediamo diffondersi da parte di molti con particolare veemenza, non sembrano manifestare né un criterio evangelico di ricerca della verità, né un criterio di base su cui si fonda ogni stato di diritto”.

La Chiesa che è in Roma – si legge ancora - in questo momento ritiene primario e fondamentale accogliere con profondo rispetto il dolore e la sofferenza di tutte le persone coinvolte in questa vicenda, soprattutto in questo tempo liturgico dell’anno che chiama tutti a riconoscere in Cristo Salvatore l’unico in grado di guarire le ferite del cuore dell’uomo”.

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Nello stesso la Diocesi di Roma “assicura tutta la collaborazione necessaria alla Compagnia di Gesù e alle Superiori Istanze. Questo comporterà verosimilmente, tra l’altro, anche una serie di provvedimenti rispetto agli uffici canonici diocesani - gli unici direttamente soggetti all’autorità del Cardinale Vicario - di cui P. Rupnik è investito tutt’ora, in particolare quello di Rettore della Chiesa S. Filippo Neri all'Esquilino e di Membro della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali. La Diocesi di Roma è altresì consapevole di dover riflettere ed eventualmente prendere provvedimenti rispetto ad un’attività che già da molti anni è stata avviata da P. Rupnik e dai suoi Collaboratori anche nel nostro ambito diocesano: si tratta del noto Centro Aletti”.