Assisi , mercoledì, 21. dicembre, 2022 16:00 (ACI Stampa).
La storia della nascita del presepe che compie 800 anni è riportata nel libro del francescano p. Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi ed autore del libro ‘Una gioia mai provata’ con la prefazione di mons. Domenico Pompili, ora vescovo a Verona e fino poco tempo fa vescovo a Rieti, nel cui territorio c’è Greggio.
Infatti è a san Francesco d’Assisi che si deve l’invenzione del presepe nel borgo di Greccio, un piccolo villaggio, alle pendici del Monte Lacerone in provincia di Rieti, ai confini con l’Umbria, ritornando da Roma: un luogo incantato per Francesco che vide e percepì in quel luogo l’atmosfera simile e a quella della Terra Santa. Così decise di rievocare la Natività: Assisi diventa Betlemme grazie all’aiuto di messere Giovanni Velita, al quale Francesco chiese aiuto, per creare il primo presepe della storia.
L’opera racconta l’origine del presepe, del suo significato, dei ruoli di Maria, Giuseppe, Gesù, degli Angeli, dei Magi, la stella cometa. Inoltre nel libro p. Fortunato accenna anche alla nascita della canzone che tutti abbiamo canticchiato nelle festività natalizie ‘Tu scendi dalle stelle’, autore fu Sant’Alfonso Maria de Liguori. L’ultima parte del libro sono testimonianze inviate a p. Fortunato da persone che hanno accolto il suo invito a raccontare i ricordi e le speranze legate al presepe.
Nella prefazione mons. Pompili ha sottolineato il messaggio del presepe: “Un messaggio che oggi arriva fino a noi a ben 800 anni di distanza dall’epoca di Francesco, eppure ci appare così estremamente attuale da lasciarci turbati. Seppur lungi dal tempo sanguinario delle crociate, l’individualismo sfrenato del nostro tempo e la nostra tendenza a calpestare le esigenze del prossimo a favore del nostro tornaconto personale pare necessitare di un ritorno costante quella grotta, tanto fredda quanto intrisa di calore umano. Come siamo ormai avvezzi ad inquadrare in maniera nitida, attraverso gli schermi dei nostri smartphone, le scene degne di nota che si presentano dinnanzi ai nostri occhi, occorre reimparare a fissare nei nostri cuori la nitidezza di una solidarietà senza pretese e senza riscontri”.
A padre Enzo Fortunato chiediamo di spiegarci il motivo per cui il presepe è una gioia mai provata: “Il titolo è tratto da un’espressione delle persone che invitate da san Francesco nella notte di Natale 1223 a partecipare al presepe. Dopo quell’ ‘invenzione’ gli astanti esclamarono la propria felicità e tornarono a casa, affermando che era una gioia ‘mai provata’. Credo che questa affermazione sia straordinaria e genuina, perché la ripetiamo continuamente intorno al presepe, che abbiamo fatto. E’ un’esperienza indelebile nel cuore di ciascuno di noi. E’ straordinaria, perché il senso vero del Natale è una gioia ‘mai provata’: è l’incontro vero ed autentico con Gesù”.