Città del Vaticano , lunedì, 19. dicembre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Le dimissioni scritte e firmate in caso di impedimento. Le opinioni sul colonialismo. Ma anche il ribadire che ci si trova in una guerra mondiale a pezzi. La richiesta di un Natale di pace e le lamentele del fatto che a volte viene usato e il suo pensiero un po’ manipolato. Papa Francesco si racconta in una lunga intervista al quotidiano ABC e poi in una intervista per le reti Mediaset.
Probabilmente, la notizia vera è la rivelazione, fatta da Papa Francesco ad ABC, di aver firmato già all’inizio del pontificato una lettera di rinuncia “in caso di impedimento per motivi medici”. La lettera sarebbe stata consegnata all’allora Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone. È la prima volta che il Papa fa riferimento esplicito a questa circostanza. Tuttavia, al di là del fatto che Vatican News racconta di precedenti ricordando dichiarazioni simili di Pio XII e Paolo VI, sarebbe da comprendere in che modo la rinuncia potesse essere applicata, anche perché non c’è una norma sul cosiddetto “Papa impedito”, e infatti c’è un gruppo di studio all’Università di Bologna che si è proposto di definire una normativa in tal senso. Fermo restando il fatto che la rinuncia deve essere pubblica e non avere costrizioni.
Vero è che il Papa nella stessa intervista dice di non aver mai voluto nemmeno definire i contorni del ruolo del Papa emerito, in effetti un vulnus giuridico che ha creato non poca confusione in alcune circostanze.
Tra i temi trattati, la “enorme crudeltà” della guerra in Ucraina, e il fatto che Zelensky ha mandato “per la terza volta uno dei suoi consiglieri religiosi”, e il fatto che il lavoro della diplomazia vaticana è il dialogo, perché “la Santa Sede non se ne va mai da sola: viene espulsa”.
E poi, il dramma degli abusi (“un solo caso è mostruoso”), il ruolo delle donne, per cui preconizza una donna a capo di un dicastero in due anni (“Ne ho in mente una per un dicastero che si renderà vacante tra due anni”), un futuro conclave, difficile, sì, perché i cardinali non si conoscono ma “è lo spirito santo che opera nel conclave”.