“Molto opportuno Ci è sembrato il programma di rendere memorabile la fausta ricorrenza, più che con la pompa dei festeggiamenti, con l'efficacia di manifestazioni e di opere che mirino a ritemprare, sull'esempio di san Filippo, la fede e le virtù cristiane”. Così Papa Benedetto XV esprimeva compiacimento - in una lettera inviata al Principe Camillo Francesco Massimo il 24 novembre 1921 – per le celebrazioni dedicate ai 300 anni della canonizzazione di San Filippo Neri.

“Noi vogliamo sperare – era l’auspicio espresso dal Papa - che in tale maniera rifulgerà di nuova luce la mite figura del grande Apostolo di Roma, il quale seppe congiungere alla santità più austera l'amabilità disinvolta ed il sorriso della festevolezza. Speriamo soprattutto che si riaccenda in mezzo ai giovani il fervore da lui acceso quando li conduceva alla visita ed all'assistenza degli infermi negli ospedali, al catechismo dei fanciulli e degli operai, e sulle tombe dei martiri, e quando, a chi gli auspicava gli onori della terra, egli rispondeva guardando il cielo: Paradiso, paradiso! “.

“Se per tutti i romani – concludeva Benedetto XV - tornerà grato che si rievochino questi cari ricordi, molto più ciò torna gradito a Noi, che amiamo con speciale affetto quest'alma città di Roma, dal cui episcopato Ci deriva la suprema autorità, che, per quanto immeritevoli, rivestiamo”.