Erbil , martedì, 6. dicembre, 2022 17:00 (ACI Stampa).
Il rapporto della squadra investigativa delle Nazioni Unite formata dalle Nazioni Unite ha concluso che i crimini commessi dal sedicente Stato islamico in Iraq sono crimini contro l'umanità e hanno preso di mira i cristiani nel Paese.
Il rapporto, pubblicato dalle Nazioni Unite, afferma che i risultati delle indagini e le prove preliminari dimostrano che i gruppi estremisti affiliati allo Stato islamico avevano preso di mira in particolare i cristiani quando hanno preso il controllo di molte città irachene nel 2014.
Il rapporto, presentato al Consiglio di sicurezza, includeva diverse questioni, come lo sfollamento forzato dei cristiani, costringendoli a convertirsi all'Islam, la confisca delle loro case e proprietà, e la distruzione di chiese e altri siti archeologici e religiosi.
Il rapporto parla dei leader più importanti che hanno partecipato alle operazioni attraverso le quali i gruppi armati hanno preso il controllo delle aree cristiane più in vista nella Piana di Ninive, a nord di Mosul, la seconda città più grande dell'Iraq. Questi includevano Hamdaniya, Karmles e Bartella. L'organizzazione ha costretto i cristiani di queste zone a convertirsi all'Islam o a lasciare le loro case entro un periodo di tempo stabilito per loro. Durante questo periodo, migliaia di famiglie sono fuggite nelle regioni settentrionali dell'Iraq.
Nello stesso contesto, l'Arcivescovo della Diocesi di Erbil, Mons. Bashar Warda, ha commentato, tramite l'agenzia "ACI MENA", il rapporto Onu pubblicato giovedì, dicendo: "La risoluzione Onu costituisce un' ulteriore prova. Abbiamo iniziato ia parlare pubblicamente di questo massacro e degli eventi dal 2014, e abbiamo presentato alle delegazioni internazionali prove sui crimini commessi dalle organizzazioni terroristiche.