Città del Vaticano , mercoledì, 30. novembre, 2022 9:18 (ACI Stampa).
E' il tema della consolazione la colonna portante della catechesi sul discernimento offerta stamane da Papa Francesco ai fedeli nel corso dell'udienza generale.
"Come riconoscere la vera consolazione", chiede il Papa. E risponde citando Sant'Ignazio. "Cosa significa - spiega - che il principio è orientato al bene? Ho il pensiero di pregare, e noto che si accompagna ad affetto verso il Signore e il prossimo: è un principio buono. Può invece accadere che quel pensiero sorga per evitare un lavoro o un incarico che mi è stato affidato: la preghiera non è una fuga dai propri compiti, al contrario è un aiuto a realizzare quel bene che siamo chiamati a compiere, qui e ora".
"C’è poi il mezzo - aggiunge il Pontefice - ciò che segue quel pensiero. Se comincio a pregare e come fa il fariseo della parabola, tendo a compiacermi di me stesso e a disprezzare gli altri, magari con animo risentito e acido, allora questi sono segni che lo spirito cattivo ha usato quel pensiero come chiave di accesso per entrare nel mio cuore e trasmettermi i suoi sentimenti".
"La fine - prosegue Papa Francesco - è un aspetto che abbiamo già incontrato, e cioè: dove mi porta quel pensiero? Lo stile del nemico, del demonio che esiste, è di presentarsi in maniera subdola, mascherata: parte da ciò che ci sta maggiormente a cuore e poi ci attrae a sé, a poco a poco, il male entra di nascosto. E con il tempo quel pensiero si rivela per come è veramente. Da qui l’importanza di questo paziente ma indispensabile esame dell’origine e della verità dei propri pensieri; è un invito ad apprendere dalle esperienze per non continuare a ripetere i medesimi errori. Quanto più conosciamo noi stessi, tanto più avvertiamo da dove entra il cattivo spirito, le sue password, le porte d’ingresso del nostro cuore, che sono i punti su cui siamo più sensibili, così da farvi attenzione per il futuro. E' così importante l’esame di coscienza quotidiano".
"La consolazione vera - conclude il Papa - è una sorta di conferma del fatto che stiamo compiendo ciò che Dio vuole da noi, che camminiamo sulle sue strade, cioè nelle strade della vita, della gioia, della pace. Il discernimento non verte semplicemente sul bene o sul massimo bene possibile, ma su ciò che è bene per me qui e ora".