Roma , giovedì, 1. dicembre, 2022 18:00 (ACI Stampa).
Aldo Moro - statista ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, docente di diritto penale - fu un innamorato del vangelo. Quest’adesione forte emerge in tutta la sua attività di politico e giurista.
Leggendo i suoi scritti filtra il proprio modo di intendere i principi giuridici, alla luce del suo credo e del suo porsi in relazione alla spiritualità. Ciò appare confermato anche dalla adesione al Terzo Ordine domenicano.
Iscritto all’Ordine dei Predicatori come laico che vive nel mondo, la sua affiliazione alla famiglia domenicana nasce nel 1939 a Bari. Amico di molti domenicani, ne conosce il carisma scegliendo di aderirvi con convinzione ed autenticità.
Compie il noviziato e dal 1940 emette la professione solenne. Gli impegni dell’appartenente al Terz’Ordine di San Domenico sono l’amore allo studio, la diffusione del vangelo e della verità, la preghiera personale, la vita di fraternità ed una filiale devozione a Maria.
L’esistenza del terziario scorre nel mondo, quale luogo di azione preferita dal santo di Guzman, e sisvolge nelle pratiche ordinarie del quotidiano. Il predicare rappresenta il punto centrale della spiritualità del terziario con l’accezione, però, di testimoniare nel quotidiano quei valori che sono parte del suo essere e della professione svolta nell’Ordine.
Fra Gregorio - il nome scelto da Moro - in tutto il proprio cammino fu fedele a questi principi vivendoli nella propria vita di cattolico e nell’azione politica. Il beato Bartolo Longo, il venerabile Giorgio La Pira, Luisa Piccaretta questi e tantissimi altri nomi sono stati parte dell’Ordine, vivendo con fedeltà il carisma domenicano.