Città del Vaticano , mercoledì, 23. novembre, 2022 12:30 (ACI Stampa).
Kishreinu un ebraico significa “I nostri legami”. E così si chiama la bozza di documento che è stata firmata ieri dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e l’ambasciatore Ronald Lauder, presidente del World Jewish Council. Un momento a suo modo storico, perché la firma è avvenuta nell’Aula Nuova del Sinodo, in occasione della riunione del Comitato Esecutivo del World Jewish Congress che si teneva appunto in Vaticano.
Così, mentre si avvicina il sessantesimo anniversario della dichiarazione Nostra Aetate, che regola i rapporti con le religioni non cristiane, c’è un nuovo impegno, una nuova “charta”, come l’ha chiamata il Cardinale Koch, che dà il senso di un impegno di reciproca comprensione.
Una charta che vuole approfondire i legami e portarli avanti secondo il principio ebraico del Tikkun Olan, la riparazione del mondo.
Nel suo discorso, il Cardinale Koch ha sottolineato che “il dialogo tra i nostri popoli non è solo un impegno, ma cresce con l’identità”, e che è “un obbligo interno”, considerando che “la Nostra Aetate parla del patrimonio comune di cristiani ed ebrei”.
E ancora, il Cardinale Koch ha ricordato che “in questi anni tutti i pregiudizi sono stati superati”, sono iniziate “riconciliazione e cooperazione” ed è “cresciuta l’amicizia personale”.