Grottaferrata , mercoledì, 23. novembre, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Nel 2012, fu scelto insieme alla moglie Annamaria per scrivere le meditazioni della Via Crucis al Colosseo. Ma nessuno sapeva che quella sarebbe stata l’ultima Via Crucis presieduta da Benedetto XVI, che l’11 febbraio dell’anno successivo avrebbe rinunciato al pontificato. Quelle meditazioni erano tutte dedicata alla famiglia, e non poteva essere altrimenti. Perché alla famiglia, e alle famiglie, Danilo Zanzucchi aveva dedicato tutta la sua vita.
Zanzucchi è morto lo scorso 16 novembre, a 102 anni, lasciando cinque figli, dodici nipoti e una ampia eredità di amicizie, relazioni e dedicazione all’ideale dell’unità. Era nato nel 1920, come San Giovanni Paolo II e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. E fu proprio per abbracciare fino in fondo l’ideale dell’unità che Zanzucchi lasciò Parma e una promettente carriera di ingegnere per trasferirsi a Roma, a seguire i primi passi del movimento.
Aveva, a Parma, fondato il primo focolare della città, ed era stato tra i primissimi focolarini sposati. A Roma, portò avanti la vocazione di impegno cristiano che si era cominciata a dipanare già da giovane, nelle file dell’Azione Cattolica e poi nella Federazione degli Universitari Cattolici Italiani.
Aveva conosciuto il Movimento dei Focolari a Milano nel 1950, tramite Ginetta Calliari, una delle prime compagne di Chiara Lubich. Quando conobbe e poi sposò Annamaria, diventò con lei uno dei primi focolarini sposati.
Nel 1959, i due, già con quattro figli, si trasferirono a Roma, a disposizione del Movimento dei Focolari, e nel 1967 Chiara Lubich affidò loro la diramazione “Famiglie Nuove” appena fondata. Ne rimasero responsabili fino al 2008, e nel frattempo “Famiglie Nuove” aveva coinvolto 800 mila membri.