Città del Vaticano , sabato, 19. novembre, 2022 11:40 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza Mar Awa III, Catholicos e Patriarca della Chiesa Assira d’Oriente.
“Nel fare memoria del nostro cammino, vorrei salutare i membri della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente e ricordare con gratitudine il lavoro finora svolto: sin dalla sua creazione nel 1994, la vostra Commissione ha prodotto risultati pregevoli”, dice subito il Papa nel suo discorso.
“Mi pare molto bello il tema del nuovo documento che state portando a termine: le immagini della Chiesa nella tradizione patristica siriaca e latina. Avete attinto all’ecclesiologia dei Padri, formulata in un linguaggio tipologico e simbolico ispirato alle Scritture. Più che presentazioni concettuali e sistematiche, i Padri hanno parlato della Chiesa evocando numerose immagini, come la luna, la tunica inconsutile, il banchetto, la stanza nuziale, la nave, il giardino, la vite... Questo linguaggio semplice, universale e accessibile a tutti, è più simile a quello di Gesù e dunque più vivo e attuale: parla ai nostri contemporanei più di tanti concetti. È importante che nel cammino ecumenico ci avviciniamo sempre di più, non solo tornando alle radici comuni, ma anche annunciando insieme al mondo d’oggi, con la testimonianza di vita e con parole di vita, il mistero d’amore di Cristo e della sua sposa, la Chiesa”, commenta Francesco.
“Purtroppo il Medio Oriente è ancora ferito da tanta violenza, instabilità e insicurezza, e tanti nostri fratelli e sorelle nella fede hanno dovuto lasciare le loro terre. Molti lottano per rimanervi e io rinnovo con Vostra Santità l’appello affinché godano dei loro diritti, in particolare della libertà religiosa e della piena cittadinanza. In questo contesto il clero e i fedeli delle nostre Chiese cercano di offrire una testimonianza comune del Vangelo di Cristo in condizioni difficili e vivono già in molti luoghi una comunione quasi completa. Questo è vero e questa situazione è un segno dei tempi, un richiamo forte per noi a pregare e a operare intensamente per preparare il giorno tanto atteso in cui potremo celebrare insieme l’Eucaristia, il Santo Qurbana, sullo stesso altare, quale compimento dell’unità delle nostre Chiese, unità che non è né assorbimento né fusione, ma comunione fraterna nella verità e nell’amore”, dice ancora Papa Francesco.
“Oso pure esprimere un sogno: che la separazione con l’amata Chiesa assira dell’Oriente, la prima duratura nella storia della Chiesa, possa essere anche, a Dio piacendo, la prima a venire risolta”, dice Francesco.