Nairobi , venerdì, 27. novembre, 2015 10:16 (ACI Stampa).
Una vera festa africana, con migliaia di giovani nelle loro uniformi scolastiche, decine di vescovi e il presidente della repubblica che attendono il Papa nello stadio Kasarani di Nairobi ballando.
Giovani che presentano al Papa le grandi questioni della loro terra, dal tribalismo alla piaga della corruzione, ma anche la sfida dei social media con la loro influenza non sempre positiva, e si chiedono come usare le rete per fare la differenza, e poi il dramma delle guerre e dei bambini soldato, i comportamenti imposti dall’esterno che distruggono le famiglie, la società, l’ambiente. Quelle tragiche pressioni internazionali che distruggono l’anima stessa dell’Africa. Giovani che al termine dell’incontro donano al Papa una placca con il numero di rosari recitati per le sue intenzioni.
Francesco arriva alle 10.30 nello stadio dove i giovani lo attendono da diverse ore cantando “Hakuna matata”, e la band viene da una bidonville, al termine dell’incontro pianta ancora tre alberi secondo la tradizione keniota, ma soprattutto parla ai giovani che hanno prima ascoltato le parole di San Paolo.
Il vescovo Muheria, responsabile della pastorale dei laici, spiega come i giovani si sono preparati a questo momento, e “sono tutti qui per dire quanto la ammirano e quanto la amano”.
Il vescovo denuncia la cultura del permissivismo che fa cadere i giovani in una vita priva di Dio.