Asmara , venerdì, 11. novembre, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Nelle scorse settimane ha fatto scalpore l’arresto di abune Fikremariam Hagos, vescovo cattolico di Segheneiti, culla della diffusione del cattolicesimo nel paese, devastata dalle operazioni di reclutamento forzato di uomini di ogni età da inviare in Tigray, a dar manforte all’esercito etiopico nella guerra civile che si combatte da ormai due anni nella regione. L’arresto del vescovo, senza motivazioni dichiarate come finora ha fatto il governo di Asmara, può essere interpretato come un segnale alla Chiesa cattolica, rimasta ormai l’unica voce critica all’interno del Paese.
Infatti il fondatore dell’Agenzia Habeshia, p. Mussie Zerai, da pochi mesi a Montreal, ha descritto il regime autoritario dell'Eritrea come uno dei più repressivi al mondo: “Ci sono migliaia di prigionieri detenuti per la loro fede. In Eritrea, più cristiani e musulmani sono perseguitati dagli apparati di sicurezza del regime per la loro fede che nel resto del mondo insieme. La persecuzione religiosa è iniziata pochi mesi dopo l’indipendenza nel 1991, un gran numero di credenti di entrambe le fedi sono stati detenuti arbitrariamente e in alcuni casi sono ‘scomparsi’ o sono stati giustiziati extra giudizialmente”.
E ci ha raccontato la situazione in Eritrea: “La situazione in Eritrea va dal male in peggio con la guerra ai confine; il regime ha trascinato il paese in questa assurda guerra. In Eritrea, una prigione può essere qualsiasi cosa e dovunque; fosse sotterranee, container metallici, buche nel terreno, caserme militari, carceri a cielo aperto, stazioni di polizia e ville private. Ai prigionieri non sono consentite visite, nessuna rappresentanza legale, cure mediche minime e strutture igienico-sanitarie inadeguate. La maggior parte dei prigionieri è sottoposta a lavori forzati come scavare cave, trasportare pietre e rocce pesanti, lavorare in fattorie di proprietà del governo e scaricare rifornimenti militari. Nessuno di questi è mai stato assicurato alla giustizia né ufficialmente accusato”.
Quale è il motivo degli attacchi alla Chiesa?
“Motivo ideologico e politico, misto al sciacallaggio per indebolire la voce della coscienza nella società. Il regime eritreo continua costantemente ad opprimere la chiesa cattolica eritrea, confiscando le scuole gestite dalla Chiesa cattolica. Nello scorso agosto il regime ha rilevato molte scuole: asili nido e scuole materne, scuole, tra cui la ‘Hagaz Agro-Technical School’ (HATS) e la ‘Don Bosco Technical School’ a Dekemhare. Tutte queste cliniche e scuole servivano la gente dell'Eritrea senza differenza di razza e di religione. Lo scorso 4 settembre sono avvenuti rastrellamenti di assistenti di chiesa dai luoghi di culto come è avvenuto nell’Eparchia di Segheneity, nel villaggio di Akrur presso la parrocchia cattolica di Medhanie Alem. Il 15 ottobre gli agenti di sicurezza hanno arrestato il vescovo Fikremariam Hagos Tsalim all’aeroporto internazionale di Asmara dopo il suo arrivo dall’Europa. Sono stati detenuti anche due sacerdoti cattolici, padre Mihretab Stefanos, parroco della parrocchia di San Michele dell’Eparchia di Segheneity, e Aba Abraham Habtom, membro dei Frati Francescani. Fino ad oggi nessuno sa perché e dove siano stati arrestati il Vescovo e i due sacerdoti. I vescovi cattolici in Eritrea hanno alzato la voce per protestare contro la confessione illegale di proprietà della Chiesa e per impedire alla Chiesa di svolgere la sua missione al servizio del popolo. Il vescovo Fikremariam Hagos è una delle poche persone che difende la verità e vive per la sua vocazione religiosa”.