Città del Vaticano , mercoledì, 9. novembre, 2022 9:25 (ACI Stampa).
Papa Francesco incentra la meditazione di questo mercoledì sul suo recente Viaggio Apostolico in Bahrein. Ma prima il Papa ci tiene a precisare: "Vorrei attirare l'attenzione su due bambini che sono venuti qui, loro sono venuti direttamente senza chiedere permesso, con Dio dobbiamo fare così, mi ha fatto bene vedere la fiducia di questi due bambini. Avviciniamoci così al Signore, con libertà". Dice così il Papa riferendosi a due bambini che hanno partecipato con lui sul palco dell'Udienza Generale in Piazza S.Pietro.
Il Papa commenta: "Tre giorni fa sono rientrato dal viaggio nel Regno del Bahrein. Vorrei ringraziare tutti pubblicamente per tutto quello che fate affinchè un viaggio del Papa vada bene. Io non lo conoscevo. Viene spontaneo chiedersi: perché il Papa ha voluto visitare questo piccolo Paese a grandissima maggioranza islamica? Vorrei rispondere attraverso tre parole: dialogo, incontro e cammino".
ll Pontefice inizia con il primo punto. "Dialogo: l’occasione del Viaggio, desiderato da tempo, è stata offerta dall’invito del Re a un Forum sul dialogo tra Oriente e Occidente. Dialogo che serve a scoprire la ricchezza di chi appartiene ad altre genti, ad altre tradizioni, ad altri credo. In Bahrein ho avvertito questa esigenza e ho auspicato che, in tutto il mondo, i responsabili religiosi e civili sappiano guardare al di fuori dei propri confini, delle proprie comunità, per prendersi cura dell’insieme. In questo senso il Forum di dialogo, dal titolo “Est e Ovest per la coesistenza umana. Penso alla folle guerra di cui è vittima la martoriata Ucraina, e a tanti altri conflitti, che non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo. Pensiamo alla Siria più di 10 anni, pensiamo ai bambini dello Yemen, cosa fanno le guerre? Distruggono l'umanità”, dice il Papa anche a braccio.
Seconda parola, incontro. Papa Francesco aggiunge: "In Bahrein ci siamo incontrati, e più volte ho sentito emergere il desiderio che tra cristiani e musulmani gli incontri aumentino, che si stringano rapporti più saldi, che ci si prenda maggiormente a cuore. In Bahrein – come si usa in oriente – le persone si portano la mano al cuore quando salutano qualcuno. L’ho fatto anch’io, per fare spazio dentro di me a chi incontravo. Tra i tanti incontri, ripenso a quello con il caro Fratello, il Grande Imam di Al-Azhar; e a quello con i giovani della Scuola del Sacro Cuore, studenti che ci hanno dato un grande insegnamento: studiano insieme, cristiani e musulmani".
"Arriviamo così alla terza parola: cammino. Il viaggio in Bahrein non va visto come un episodio isolato, fa parte di un percorso, inaugurato da San Giovanni Paolo II quando si recò in Marocco. Così, la prima visita di un Papa in Bahrein ha rappresentato un nuovo passo nel cammino tra credenti cristiani e musulmani: non per confonderci o annacquare la fede, ma per costruire alleanze fraterne nel nome del padre Abramo, che fu pellegrino sulla terra sotto lo sguardo misericordioso dell’unico Dio del Cielo, Dio della pace. I fratelli e le sorelle nella fede, che ho incontrato in Bahrein, vivono davvero “in cammino”: sono per la maggior parte lavoratori immigrati che, lontani da casa, ritrovano le loro radici nel Popolo di Dio e la loro famiglia nella grande famiglia della Chiesa. E' meraviglioso vedere questi cristiani che si radunano e vanno avanti con la gioia della fede", conclude infine il Papa.