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Papa Francesco, “la vita consacrata non sia scoraggiata dalla mancanza di vocazioni”

Il Papa incontra la comunità dell’Istituto di Teologia della Vita Religiosa Claretianum, e lancia un messaggio agli Istituti di Vita Consacrata

Papa Francesco, Clarettianum | L'udienza di Papa Francesco alla comunità del Clarettianum, 7 novembre 2022 | Vatican Media Papa Francesco, Clarettianum | L'udienza di Papa Francesco alla comunità del Clarettianum, 7 novembre 2022 | Vatican Media

Sulla scia del Concilio Vaticano II, 50 anni veniva fondato l’Istituto di Teologia della Vita Religiosa Claretianum, ispirato al carisma di Sant’Antonio Maria Claret e dedicato specificamente proprio alla vita consacrata. Festeggiandone l’anniversario in una udienza speciale con la comunità dell’istituto, Papa Francesco lancia anche un monito alla vita consacrata, affinché non si faccia scoraggiare “dalla mancanza di vocazioni o dall’invecchiamento”.

“Quelli che si lasciano prendere dal pessimismo – afferma Papa Francesco - mettono da parte la fede. È il Signore della storia che ci sostiene e ci invita alla fedeltà e alla fecondità. Egli si prende cura del suo ‘resto’, guarda con misericordia e benevolenza alla sua opera e continua a mandare il suo Santo Spirito”.

Il discorso del Papa parte dalla fecondità dell’Istituto, che ha dato collaboratori illustri alla Curia e insieme al quale fu fondato l’Istituto di Madrid e, “seguendo le loro orme, dei Centri Superiori di Manila, Bangalore, Bogotá e Abuja. In questi decenni tutti hanno reso, e continuano a rendere, un fruttuoso servizio alla comprensione e allo sviluppo della teologia della vita consacrata”.

Papa Francesco ringrazia gli istituti, sottolinea che la presenza della comunità è “molto visibile nella Chiesa locali e nelle Conferenze dei Superiori Maggiori del mondo intero”, apprezza l’attenzione data alla “diffusione del Magistero della Chiesa”, quanto mai opportuno in un periodo in cui la Chiesa “vuole vivere più intensamente la sua vocazione sinodale”.

Papa Francesco ricorda anche il lavoro dei Clarettiani nel Sinodo sulla vita consacrata nel 1994, il primo cui lui partecipava.

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"Quanto avete aiutato - ha detto - in quel Sinodo sulla vita consacrata! L’influsso vostro è stato positivo, sempre aperto, sempre togliendo dei timori che non avevano fondamento", dice. 

Il Papa invita la comunità dell’istituto a “continuare a servire la vita consacrata con spirito clarettiano, vale a dire col vostro essere missionari”, e ricorda che la vita consacrata “non può mancare nella chiesa nel mondo”, tanto che l’aiuto dato dall’istituto a consacrati e consacrate “prima di essere intellettuale, è testimonianza, è confessione che Gesù è il Signore”.

Per Papa Francesco, primo servizio degli Istituto Teologici deve essere di “offrirsi come case di accoglienza, di lode e di ringraziamento; come luoghi in cui si condividono i carismi e cresce il desiderio di vivere lo spirito delle Beatitudini e il discorso escatologico”, dove si manifesti la comunione e sia incoraggiata “l’opzione per i poveri e la solidarietà, la fraternità senza frontiere e la missione in costante uscita”.

Nessuno scoraggiamento per il calo delle vocazioni e per l’invecchiamento, ammonisce il Papa. Anzi, ci si deve fidare di Dio, perché “quanto più ci accostiamo alla vita religiosa attraverso la Parola di Dio e la storia e la creatività dei Fondatori, tanto più siamo capaci di vivere il futuro con speranza”.

Papa Francesco mette in luce che “c’è chi concentra troppo sull’esterno e perde di vista la sovrabbondanza di grazia”, e chiede invece di “sottolineare il valore della fedeltà nella sequela di Gesù secondo lo spirito dei Fondatori, a curare con attenzione la vita comunitaria, a vivere l’interculturalità come cammino di fraternità e di missione, e a promuovere l’incontro tra le diverse generazioni nella vita consacrata, nella Chiesa e nella società”.

Il Papa ricorda anche la costituzione apostolica Veritatis Gaudium di cinque anni fa, con cui precisava come studi ecclesiastici e centri teologici dovevano affrontare la nuova fase della storia della Chiesa, e invita a non stancarsi “di andare alle frontiere, anche alle frontiere del pensiero; di aprire strade, di accompagnare, radicati nel Signore per essere audaci nella missione”.

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Il Papa delinea infine per gli Istituti “un grande compito”, perché “come persone consacrate, avete ricevuto l’immenso dono di partecipare alla povertà di Gesù” e per questo non devono dimenticare “né nella vostra vita né nel vostro lavoro all’università, coloro che vivono le altre povertà”.